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Peste suina, Ilaria Capua: “Rischio lockdown maiali e blocco export. Sarebbe un disastro per la filiera”

peste suina Ilaria Capua

Quali sono i rischi a cui l'intera filiera andrebbe incontro a causa della peste suina? A esprimere il suo giudizio è Ilaria Capua.

Dopo l’allarme lanciato dall’Ue, a commentare i possibili rischi legati alla peste suina è Ilaria Capua, secondo la quale c’è “rischio zero” per gli esseri umani, ma ricorda che non c’è un vaccino.

Peste suina, il commento di Ilaria Capua

Intervistata dal Corriere della Sera, la famosa virologa ha dichiarato: Il virus non passa all’uomo, ma non c’è vaccino. Se entrasse nel settore suinicolo, saremmo costretti a misure come il lockdown degli animali e a un blocco dell’export dei prodotti. Sarebbe un disastro, perché vorrebbe dire bloccare tutta la filiera, posti di lavoro.

In Italia la peste suina coinvolge già Lazio, Piemonte e Liguria, per un totale di 117 casi accertati finora. Come evidenziato dal Ministero della Salute, la peste suina africana “è una malattia virale che colpisce suini e cinghiali. Altamente contagiosa e spesso letale per gli animali, non è, invece, trasmissibile agli esseri umani”.

L’Italia non poteva pensare di rimanerne fuori: questo virus circola da diversi anni in Europa centrale, nelle repubbliche baltiche, in Polonia, Russia e Cina. Se vai a vedere i numeri in Cina, il maggior consumatore di carne suina al mondo, l’effetto è stato devastante. Se entrasse nella filiera del suino in Italia sarebbe un colpo durissimo, ha sottolineato.

La Capua ha poi tenuto a sottolineare:Il rischio è zero per l’essere umano. Non si trasmette all’uomo né per via diretta (contatto), né indiretta (con gli alimenti). È un virus molto selettivo. Una sorta di virus esigente, tutt’altro che di bocca buona: infetta esclusivamente i suidi (maiali, cinghiali, facoceri) e nessun’altra specie. Ma proprio questa sua caratteristica è anche un grave problema”. Infatti, un vaccino “nel caso della peste suina, proprio per questa sua incredibile selettività, non esiste. O meglio: non siamo riusciti a produrre un vaccino che abbia livelli di efficacia e sicurezza tali da poterlo mettere in commercio”.

Quindi ha precisato: Se non hai un vaccino è molto difficile controllare la malattia e la sua circolazione. Una volta che è arrivato all’interno di una popolazione recettiva potrebbe esplodere. La peste suina è una malattia che non vuole nessun Paese. Forse anche per questo non si avverte l’allarme che si nasconde dietro la notizia più di colore, i cinghiali tra i cassonetti. Abbiamo già l’infezione in tre regioni: Piemonte, Liguria, Lazio. La prima cosa da fare è capire se c’è un legame”.