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Pesto alla genovese, accuse dall'Inghilterra: "Più dannoso del Mcdonald's"

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Dall’Inghilterra accuse al pesto italiano: “Fa male alla salute, troppo salato, più dannoso del Mcdonald's”.

Il pesto alla genovese, uno dei condimenti italiani più conosciuti, rinomati, apprezzati e di cui andare fieri. Qual è il problema, allora? Nella guerra del cibo tra nazioni, che spesso si combatte anche su cose che non credevamo possibili, qualcuno ha pensato, male, di attaccare il profumato condimento italiano. Possibile? Ebbene sì!

La diatriba sul pesto si è aperta in Inghilterra, e a lanciarla sono stati alcuni esperti che lo avrebbero definito dannoso perché troppo salato. A loro dire, infatti, la quantità di sale contenuto nel pesto è dannosa, sarebbe più sano consumare un pasto dal Mcdonald’s. Può sembrare un’affermazione assurda, ma è stata fatta davvero.

A quanto pare, dunque, Cash, ovvero un consorzio di esperti che si batte contro il consumo eccessivo di sale nei cibi, avrebbe avviato una ricerca su diversi alimenti già pronti, e in questo caso sotto accusa sarebbe finito anche il pesto alla genovese italiano. A loro dire la nota e saporita salsa italiana è stata giudicata “dannosa per la salute”.

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Il pesto

Il motivo per il quale il pesto alla genovese sarebbe dannoso, è l’elevata quantità di sodio contenuto. Come è facile immaginare, ci si riferisce ai prodotti confezionati, quelli già pronti per condire. A quanto pare, inoltre, sembra che sia uno dei prodotti più venduti nei supermercati britannici, e da qui è facile capire che è anche uno dei più utilizzati sulle tavole inglesi.

Gli esperti avrebbero rilevato, parliamo sempre di pesto confezionato, e cioè quello che si trova sugli scaffali e nei frigoriferi di negozi e supermercati, che avrebbe delle elevatissime quantità di sale. Così tanto, a quanto detto, da essere paragonato all’acqua di mare, e quindi supererebbe di gran lunga le dosi raccomandate dal dipartimento di salute inglese.

Lo studio è stato pubblicato sul Guardian, con tanto di “nomi e cognomi” dei prodotti incriminati e tra i pesti confezionati esaminati, quelli ritenuti peggiori, cioè a maggiore contenuto di sale, sono quelli maggiormente venduti. Su tutti spicca il pesto di Saclà, che ha una concentrazione di sale il 30% superiore a quella dell’acqua marina e due volte e mezzo il sale contenuto in 100g di arachidi.

Con queste premesse, tutt’altro che tranquillizanti, appare abbastanza ovvio che ci siano remore e cautele. Leggere, però, da quanto riportato sul Telegraph, che dalla ricerca effettuata per i bambini una porzione di pesto è peggio di un hamburger di McDonald’s, tra l’altro dopo tutte le ricerche fatte sulla qualità delle pietanze della nota catena americana, appare un affronto.

Le repliche

Come era facile immaginare, dall’Italia sono arrivate le dovute repliche. La prima dall’azienda produttrice del pesto Saclà: “stiamo lavorando duramente per fare autentici prodotti italiani di buona qualità, sicuri da mangiare e da godere come parte di una dieta equilibrata.”. E, a seguire, quella del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, che attraverso twitter si è rivolto al giornale inglese che ha rilanciato la ricerca: “Rinnovo l’invito al Guardian di smettere con le FakeNews sul Made In Italy agroalimentare.”. Diretto, preciso e conciso.