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Piero Angela: 'Io senatore a vita? Non fa per me'

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Per quanto riguarda la nomina di senatore a vita, Piero Angela, il famoso divulgatore scientifico della televisione italiana, rifiuta, dicendo che non fa per lui.

Il quotidiano Il Foglio, nei giorni scorsi, aveva paventato l’idea della nomina di senatore a vita per Piero Angela e quindi portarlo a Palazzo Madama. A questa richiesta o meglio idea de Il Foglio, lo stesso Piero Angela si rifiuta e dice:

“Fare il senatore a vita non fa per me”. Piero Angela ammette di essere lusingato da questa idea, ma risponde:

“Ho scritto al direttore Claudio Cerasa: grazie, sono lusingatissimo, ma lasciatemi stare, desidero continuare col mio lavoro. In questo momento sono in pausa qui a Cinecittà, stiamo registrando “Speciale Superquark”. Faccio un altro mestiere. Non sono fatto per le gerarchie”.

Parla poi dei ruoli che ha rifiutato quando era alla Rai:

“Alla Rai ho rifiutato, negli anni, la direzione di un Telegiornale e di una Rete… Non sono fatto per certi ruoli. (…) Oggi la politica può essere molto importante solo se favorisce questo processo: cioè gestire e distribuire bene la ricchezza che nasce da tecnologia ed energia. Ma se le maggioranze cambiano continuamente, si litiga e si parla solo di legge elettorale, nessun progetto vero diventa possibile. “La politica nei secoli e nei millenni, non ha mai concretamente migliorato le condizioni di vita della gente comune. Non ha mai prodotto ricchezza né benessere”.

Il pensiero sulla politica italiana

Il noto divulgatore scientifico ha modo poi di parlare di politica italiana e di quello che non funziona.

“Facciamo l’esempio della scuola. Si parla continuamente di precari, di scuola laica o cattolica, di sicurezza degli edifici. Ma rarissimamente del vero problema: cioè come migliorare il livello e la qualità dell’insegnamento. E poi, in generale, in Italia non si premia il merito, il valore, l’autentica capacità. Il risultato? Francesco Giavazzi lo ha spiegato molto bene giorni fa sul Corriere della Sera: se la produttività è l’indice dell’efficienza di un Paese, ebbene l’Italia è ferma da quindici anni. Altri Paesi, con gli stessi mezzi, hanno saputo fare ben di più e assai meglio. Da cittadino vedo l’incapacità della politica italiana di far emergere le mille potenzialità che ha il nostro Paese, pieno di gente in gamba”.

Secondo Piero Angela, il periodo migliore della politica è stato il dopoguerra di cui parla in questo modo:

“Lo spirito era diverso e, magari in modi anche rozzi, si cercava di ricostruire puntando sul progresso dell’intero Paese. Anche la classe politica ragionava così. Infatti si arrivò al boom, al benessere. Poi è andata com’è andata”.