> > Pillola anticoncezionale: cosa succede quando si smette di prenderla

Pillola anticoncezionale: cosa succede quando si smette di prenderla

pillola

L’interruzione della pillola può avere vari effetti sul nostro organismo, dall’irregolarità del ciclo ad altri sintomi.

Interrompere la pillola anticoncezionale ha effetti collaterali? Che cosa succede al corpo dopo molti anni di assunzione? Ci sono conseguenze sul livello di fertilità e sul peso corporeo? Queste sono solo alcune delle domande che ci si pone quando si intende interrompere l’utilizzo della pillola. Tuttavia è utile saperlo già prima di iniziarne l’uso, per valutare i pro e i contro. In realtà solo di rado non ci sono reazioni; anche se nessuno può prevedere con esattezza cosa accadrà in un caso specifico, di seguito elenchiamo alcuni dei fenomeni più comuni.

Interruzione della pillola e ciclo mestruale

Moltissime donne hanno un ciclo mestruale irregolare dopo l’interruzione della pillola. In realtà si tratta in molti casi di una conseguenza ovvia! Quando si smette di prenderla, infatti, il nostro corpo deve ritornare al suo modello originario di mestruazione. Pertanto se in passato avete sofferto di ciclo mestruale irregolare ci sono buone probabilità che sarà ancora così. Anche chi solitamente aveva un ciclo normale, tuttavia, potrebbe avere problemi di irregolarità dopo l’interruzione della pillola, ma spesso si tratta di un disturbo di breve durata.

Nella maggior parte dei casi l’ovulazione si riattiva entro qualche settimana dall’interruzione. Tuttavia può capitare di non avere le mestruazioni per diversi mesi dopo aver smesso di prendere la pillola. Il tuo organismo deve ricominciare a produrre gli ormoni responsabili dell’ovulazione e delle mestruazioni e tale processo può richiedere qualche mese di tempo. Se il ciclo non riappare nel giro di tre mesi è consigliabile fare un test di gravidanza, mentre se non hai le mestruazioni entro sei mesi consulta il tuo ginecologo.

Altri effetti collaterali

L’unica reazione ovvia che risulta dall’interruzione della pillola riguarda la fertilità. Infatti la donna non ha più nessuna protezione dalla possibilità di rimanere incinta. Come abbiamo visto, l’organismo ricomincerà a ovulare entro qualche settimana… Ma non è possibile prevedere quando ciò avverrà. Perciò chi non cerca una gravidanza dovrebbe iniziare a utilizzare fin da subito un altro metodo di contraccezione, senza fidarsi troppo dell’assenza di ovulazione. L’attenzione in questi casi non è mai troppa!

Oltre alla possibilità di concepire, tuttavia, esistono molti effetti indesiderati dell’interruzione della pillola contraccettiva. Molte donne, infatti, soffrono spesso di nausea, emicrania, acne e tensione mammaria. Tutto ciò è dovuto al tentativo del corpo di ritrovare il proprio equilibrio ormonale e non si può prevedere in anticipo quanto dureranno questi sintomi. Inoltre se prendevi un anticoncezionale ricco di estrogeni potresti perdere peso dopo l’interruzione, in quanto questi farmaci spesso favoriscono la ritenzione idrica.

Pillola a scopo curativo

Ci sono donne che ricorrono alla pillola per motivi non legati alla contraccezione, bensì per curare l’ovaio policistico, perché soffrono di una forte sindrome premestruale o per combattere l’acne. Chiaramente tali benefici scompaiono con l’interruzione del farmaco. Invece la protezione che la pillola garantisce contro il tumore delle ovaie e dell’endometrio continua per alcuni anni nonostante non venga più assunta. In generale, è comunque consigliato interrompere l’uso della pillola dopo un periodo di tempo prolungato, anche se assunta per motivi medici. In questo modo si riabitua l’organismo alla corretta funzionalità.

Il caso della pillola Yaz

Yaz è una pillola anticoncezionale di nuova generazione. Di particolare ha il tempo di somministrazione: non più i canonici 21 giorni ma 24. È consigliata non solo come contraccettivo ma anche per curare l’acne moderata e per il trattamento dei comuni sintomi da Sindrome Disforica Premestruale. Come ogni altra pillola, anche la Yaz ha alcuni effetti collaterali dopo la sospensione; tra questi vi sono l’amenorrea e il ciclo irregolare.

La Sindrome Disforica Premestruale

Il Disturbo Disforico è senz’altro una delle forme più gravi della Sindrome Premestruale. Esso comporta effetti sia fisici che comportamentali, anche abbastanza seri e difficilmente tollerabili. Può comparire nella fase antecedente l’inizio del mestruo, ovvero nella seconda metà del ciclo di una donna, impedendole a volte di svolgere le consuete mansioni e limitandone consistentemente la vita. Le conseguenze sono infatti molteplici, dall’irritabilità ai cambiamenti di umore, dai dolori ai rigonfiamenti addominali.

Da vari studi si evince che la Sindrome Disforica Premestruale dipende dall’interazione alterata degli ormoni prodotti dalle ovaie con i neurotrasmettitori dell’ipotalamo. I trasmettitori porterebbero quindi messaggi “sbagliati” e provocherebbero tali disturbi. In alcuni casi si è ritenuto che l’integrazione con alcuni nutrienti come il magnesio fosse d’aiuto al trattamento, tuttavia non è assodato che la mancanza di vitamine o di altri principi nutrizionali possa incidere sulla manifestazione di tale patologia.

Oltre a quelli appena elencati, ci sono molti altri sintomi del Disturbo Disforico Premestruale. Alcuni esempi sono affaticamento, tensione alle mammelle, cefalea e depressione, aumento dell’appetito, ipersensibilità a stimoli ambientali, acne, tachicardia, vampate di calore, difficoltà di concentrazione. Attenzione però: alcuni di questi sintomi possono essere tipici anche di altre disfunzioni, per esempio un’alterazione dell’attività tiroidea. Perciò è bene svolgere tutti gli accertamenti necessari, considerando che i sintomi tendono a scomparire con l’inizio delle mestruazioni.