Pinhole: che parola bizzarra...

Oggi, mentre stavo perdendo tempo su Facebook mi sono imbattuto in una pubblicità bizzarra: nuova fotocamera Likea, a soli $19,95. Wow, ho pensato, sarà la versione cinese della più conosciuta Leica, la versione tarocca di una marca famosa, come prima esistevano gli orologi Watch, le scarpe Adidò e i pantaloni Nikke. Esploro più a fondo: ecco il trucco, non si tratta di una macchina fotografica vera e propria, ma di una Pinhole Camera. La Pinhole Camera non è nient altro, detta in brevi parole, che una scatola, nella quale viene fatto un foro al centro (il famoso foro stenopeico che mi auguro tutti voi sappiate cosa sia), e nella parete frontale viene applicato il supporto sensibile alla luce, (l’80% di chi ne fa uso usa la pellicola, i più avanzati magari ora mettono un sensore digitale). Praticamente una camera oscura portatile. Bellissima la Pinhole camera, roba da malati di fotografia. E malati intendo in senso buono ovviamente. Costruisci la tua macchina fotografica, oppure come nel caso della nostra Likea, compri la sua base di cartone, impazzisci nel mettere la pellicola, scatti pensando al fatto che potranno venirti capolavori degni del Moma oppure fotogrammi dove non sai neanche da che parte si guardano, e parti all’avventura. Stimo moltissimo coloro che praticano questo tipo di fotografia, basata sulla sua teoria base, cioè luce/foro/proiezione della luce sul piano sensibile. Il principio della Pinhole camera fa passare la lomografia come tecnica ipertecnologica, quindi tu, mio caro critico delle vecchie Diana che ti lamenti come mai si stia scattando ancora a pellicola, sappi che non ti stai imbattendo in qualcosa di preistorico.
Se volete saperne di più riguardo le Pinhole Cameras, eccovi un sito ad hoc, con gallerie ed addirittura istruzioni su come costruire la vostra macchina fotografica.