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Pinocchio è scaduto: teatro concerto al giardino dello Zetalab

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venerdì 22 luglio · ore 20.30 Laboratorio Zeta (giardino) via Boito 7 PALERMO Pinocchio è scaduto TEATRO-CONCERTO Scritto e diretto da Giacomo Guarneri con Giacomo Guarneri, Domenico Surdi Mauro Terranova, Egidio La Rocca musiche originali Domenico Surdi, Mauro Terranov...

Pinocchio è scaduto

venerdì 22 luglio · ore 20.30

Laboratorio Zeta
(giardino)
via Boito 7 PALERMO

Pinocchio è scaduto
TEATRO-CONCERTO

Scritto e diretto da
Giacomo Guarneri

con
Giacomo Guarneri, Domenico Surdi
Mauro Terranova, Egidio La Rocca

musiche originali
Domenico Surdi, Mauro Terranova

Video-deejay
Emanuele Guida

Scenografia
Giacomo Guarneri

Sinossi

Tizio Re è l’ex Capo di Stato di Batalia. Ormai perseguitato dal suo popolo, vive da un anno in esilio volontario al piano alto di una torre, su un’isola di cui non si dice il nome. Attorno a questi dodici mesi di esilio ruota il tempo del racconto.

Inizialmente gli era rimasta fedele la moglie, Pandemonium, sua curatrice dell’immagine, salvo in seguito scegliere anche lei, sulla scia dell’amato ghostwriter Folgerichtig, di arruolarsi alla corte del nuovo capo di Batalia, Assantumo, acerrimo rivale di Tizio, e vendere a lui i propri servigi.

Prima di abbandonarlo nell’isola però, forse per salvare Tizio da una disperante depressione, Pande aveva ingaggiato tre musici, per la realizzazione di uno spettacolare discorso che avrebbe dovuto riscattare l’immagine di Tizio a Batalia.

Con quei tre musici lo vediamo infatti nella scena: forse una loro proiezione, forse viceversa. Le prove del discorso da farsi si trasformano in una rievocazione del passato e del presente di Tizio, e nel racconto della sua finale solitudine. Vittima di una lucida follia, Tizio ha come unici referenti i fantasmi della sua mente.

Ma l’effetto dell’esilio è stato in certo senso catartico, per Tizio. La solitudine, o forse il trauma della fine e dell’esilio, gli hanno elargito una sorta di saggezza, forse addirittura un senso morale dapprima sconosciuti. Si crea così il paradosso di un personaggio che è un autarca ma ravveduto, capace ormai di uno sguardo critico nei confronti del passato.

La società dello spettacolo ha prodotto anche una politica dello spettacolo. Inseguire, in solitudine e senza i collaboratori di sempre, le prove di un discorso destinato a non vedere mai la luce dei riflettori (ovvero una messa in onda) rappresenta forse il contrappasso ideale per un uomo che ha concepito i messaggi politici alla stregua di jingles pubblicitari e (va da sé) i rapporti umani come rapporti commerciali.

durata 60′