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Pisa, parà morto nel 1999: arrestato ex caporale

parà morto nel 1999

Svolta nelle indagini di un parà morto nel 1999

Un caso irrisolto torna a far parlare di sé a distanza di quasi 20 anni. C’è una svolta nelle indagini sulla morte di Emanuele Scieri, il 26enne siracusano, parà di leva, trovato morto il 16 agosto di 19 anni fa nella caserma “Gamerra” di Pisa. Un ex caporale, Alessandro Panella, è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario. Scieri venne trovato morto, tre giorni dopo l’arrivo in caserma, ai piedi di una torre dismessa. Il procuratore ha portato avanti un’ipotesi aggressione per “nonnismo”.

Un caso irrisolto

Panella era capocamerata del reparto a cui Scieri era stato assegnato. L’ex caporale ha anche la cittadinanza americana e aveva acquistato un biglietto per gli Usa proprio negli ultimi tempi. Si suppone in una tentata fuga. Ora si trova agli arresti domiciliari.

Scieri aveva appena 26 anni. Aveva ottenuto con pieni voti una laurea in giurisprudenza ed era già praticante in uno studio legale, scomparve il 13 agosto 1999. Era lo stesso giorno del suo arrivo alla caserma per il servizio militare di leva dopo aver svolto il Car a Firenze. Fu poi ritrovato morto tre giorni dopo.

parà morto nel 1999

La procura di Pisa ha riaperto l’inchiesta nel 2017, dopo che precedenti indagini erano state archiviate ipotizzando che il giovane si fosse tolto la vita. Riaperto il caso è stata esclusa l’ipotesi del suicidio. A non dar credito a tale supposizione era stata, sin da subito, la famiglia di Scieri. Con loro anche la commissione parlamentare d’inchiesta, istituita nel 2016 sulla morte del parà di leva e che ha concluso i suoi lavori a dicembre scorso, secondo la quale il 26enne fu aggredito.

Altre due persone risulterebbero indagate nell’ambito dell’inchiesta che era stata riaperta circa un anno fa. L’impulso è sopraggiunto dalla relazione conclusiva della commissione parlamentare nella quale veniva escluso che Scieri si fosse suicidato gettandosi da una torretta d’addestramento e veniva indicata la possibilità che invece fosse stato aggredito.

Le ipotesi

L’indagine ha consentito di perfezionare la conoscenza relativa al nonnismo. Questo dato emerge anche con modalità tali da ritenere che contro Scieri ci sia stata un’aggressione da parte dei “nonni” anche mentre era a terra. Si tratta di ipotesi indiziarie che sono suffragate anche dalle consulenze tecniche allegate alle conclusioni della commissione parlamentare d’indagine”. Lo ha detto il procuratore di Pisa, Alessandro Crini.

“Accusa di omicidio perché c’era tempo per soccorrerlo”. “Abbiamo ritenuto di accertare la permanenza in vita di Scieri e siamo arrivati alla conclusione che ci fosse il tempo per soccorrere Emanuele. Per questo contestiamo l’omicidio volontario proprio perché il giovane è stato lasciato agonizzante a terra”, ha spiegato il magistrato. “Questa dinamica non è una nostra congettura”, ha tenuto a precisare. La conclusione, infatti, è ricavata dai vecchi accertamenti e attualizzata con quelli peritali effettuati dalla commissione parlamentare. Sulle modalità con cui si sarebbero svolti i fatti c’è stata sostanziale condivisione anche con le testimonianze raccolte. “Ciò dimostra che la nostra ipotesi accusatoria non è campata in aria”, hanno detto le forze dell’ordine.

Il commento del Ministro della Difesa

“Sul caso Emanuele Scieri bisogna arrivare alla verità”. Lo dice Elisabetta Trenta.

“In questo momento il mio primo pensiero va alla famiglia. Il ministero della Difesa in particolare è a completa disposizione della magistratura, verso la quale nutre piena fiducia, per fare luce sull’episodio”, ha commentato.