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PNRR, il ruolo strategico del Capitale umano per costruire il futuro del Paese

PNRR ruolo Capitale umano

Franco Pavoncello e Antonella Salvatore spiegano a Notizie.it quale sarà il ruolo del Capitale umano nel costruire prospettive di valore e opportunità.

Nel Palazzo Corsini Accademia dei Lincei di Roma si è svolto l’evento PNRR: il ruolo strategico del Capitale umano per il futuro del Paese organizzato dal MIP Politecnico di Milano e John Cabot University in collaborazione con ADL Consulting e Talent Garden. Un confronto di idee tra esponenti del governo, attori istituzionali ed esponenti di primo livello della corporate italiana divisi in tre tavoli, quello istituzionale, quello tecnologico e quello legato al ramo corporate e ai territori. Al centro del dibattito il ruolo chiave giocato dal capitale umano nel costruire prospettive di valore e opportunità in vista del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Qual è il ruolo del Capitale umano nell’ottica del PNRR?

Di questo abbiamo parlato con Franco Pavoncello, Presidente della John Cabot University, cercando anche di capire quale possa essere il ruolo delle università in questo nuovo contesto che va a delinearsi e quale siano le reali possibilità per i lavoratori del futuro. “I giovani – ha detto Pavoncello – avranno il ruolo di ricevere un’educazione che li porti a confrontarsi con la società globale, che è una società in evoluzione e che richiederà delle skill ben precise. Tra queste ci sono le soft skill, la capacità di interagire, di lavorare in squadra”.

PNRR, Franco Pavoncello: “La vera sfida è dare ai giovani le skill giuste per il lavoro di domani”

“Principalmente – ha aggiunto Pavoncello rivolgendosi in questo caso al ruolo di chi si occupa di formazione – vanno anche individuate bene le suddivisioni delle preparazioni che dobbiamo dare, non basta essere solo laureati in legge o in medicina, ma bisogna anche avere quelle preparazioni tecniche che permettano al paese di sviluppare dei quadri, non soltanto dei leader ma anche dei quadri intermedi che facciano crescere il paese in una società globale”.

Una modifica sostanziale della formazione che guarda al futuro, sempre più incentrato sulla forza delle macchine e dell’intelligenza artificiale. “Bisogna comprendere qual è il ruolo dell’uomo in questi nuovi lavori – ha sottolineato Pavoncello – Qualcuno ha detto che il lavoro di domani verrà rubato o da un uomo in un paese sottosviluppato o da un robot, bisogna trovare le capacità di restare all’interno del sistema produttivo anche di fronte a queste realtà in evoluzione. Credo che una delle fondamentali sfide del PNRR sia proprio questa: dare le skill importanti per la società del domani ai giovani di oggi”.

PNRR, Antonella Salvatore: “Servono nuove competenze”

Dello stesso tenore anche il parere di Antonella Salvatore, Direttrice e professoressa del centro di alta formazione e avviamento al lavoro in John Cabot University, oltre che fondatrice dell’Osservatorio Cultura Lavoro. In John Cabot University – ha detto la Salvatore – mi occupo del rapporto con le aziende e con il mondo lavorativo. Quello che vediamo è sicuramente la necessità delle aziende di avere competenze nuove, di avere profili tecnici che abbiano determinate soft skill e hard skill. Per formare queste competenze servono indubbiamente fondi, quindi in questo senso il PNRR è fondamentale perché consentirebbe alle aziende di avere quei profili che il mercato del lavoro richiede. Spesso si dice che non ci sono lavori e il mercato occupazionale è in crisi. Questo è vero, ma in realtà ci sono lavori ma le aziende non trovano i profili adatti per quei lavori.