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Def alle Camere: stop all'aumento dell'Iva nel 2019

Def alle Camere

La nota di aggiornamento del Def è arrivata alle Camere. Il documento prevede il calo del debito pubblico fino al 126,7% nel 2021.

La Nota di Aggiornamento del Def è arrivata alle Camere. I portavoce di Palazzo Chigi hanno dichiarato che il documento “conferma gli obiettivi e i tempi di attivazione delle riforme e le cifre” discusse dai ministri. La manovra prevede lo stanziamento di 9 miliardi per il reddito e la pensione di cittadinanza e 7 miliardi per quota 100. “Le risorse per altre misure, centri per impiego (1 miliardo), flat tax (2 miliardi), assunzioni straordinarie per le forze dell’ordine (1 miliardo), truffati per le banche (1,5 miliardi) sono previste in altri capitoli di spesa”, si legge nel comunicato.

Def, prevista diminuzione del deficit

Ad aprile la crescita era stata stimata all’1,5%, ora risulta diminuita fino all’1,2%. Il deficit per l’anno 2018 è invece a quota 130,9%. Ma le stime di Palazzo Chigi prevedono che scenderà a 130,0% nel 2019, a 129,2% nel 2020, fino a 126,7% nel 2021.

Per quanto riguarda l’Iva, “gli aumenti delle imposte indirette previste dalle clausole di salvaguardia verranno completamente sterilizzati nel 2019 e parzialmente nel 2020 e 2021. Nel Programma di Stabilità 2019 sarà presentato un piano di intervento volto a sostituire le residue clausole di salvaguardia con interventi di riduzione della spesa e di potenziamento dell’attività di riscossione delle imposte”.

Tria “L’Italia deve crescere rapidamente”

Il testo del Def è stato pubblicato sul sito del Ministero dell’Economia. Nella premessa scritta da Giovanni Tria si legge: “Confido che la presente Nota di Aggiornamento ponga le basi per una proficua sessione di Bilancio e, cosa più importante, per una vera ripresa dell’Italia nei prossimi anni. L’obiettivo primario è di promuovere una ripresa vigorosa, puntando su un incremento adeguato della produttività del sistema Paese e del suo potenziale di crescita e di conseguire una maggiore resilienza rispetto alla congiuntura e al peggioramento del quadro economico internazionale”. Per il ministro del Mef, l’Italia deve crescere “più rapidamente del resto d’Europa” per recuperare il “terreno perso negli ultimi vent’anni”. Un obiettivo “ambizioso ma realistico”.

“Il Governo attiverà entro la fine di quest’anno una task force sugli investimenti pubblici”, prosegue Tria. “Riprendendo le esperienze di altri Paesi creerà inoltre un centro di competenze dedicato. Questo avrà il compito di offrire servizi di assistenza tecnica e di assicurare standard di qualità”.

Dialogo aperto con l’Europa

Tria ha inoltre redatto una lettera all’Unione Europea. Assicura che la manovra garantirà “la stabilità complessiva del sistema” e che l’esecutivo manterrà “un dialogo aperto” con l’Europa. “Ora si apre la fase di confronto con la Commissione Europea, che potrà valutare le fondate ragioni della strategia di crescita del governo delineata dalla manovra”. Le Camere hanno tempo fino al 10 ottobre per approvare la manovra. Entro il 15, Palazzo Chigi presenterà il testo definitivo del Def in Ue. La Commissione sarà quindi libera di decidere se bocciare formalmente la manovra italiana entro il 29 ottobre.