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Di Maio "la manovra è il bene dell'Italia, i soldi ci sono"

luigi di maio

Luigi Di Maio, ospite da Barbara D'Urso a Domenica Live, ribadisce le convinzioni del governo: "I soldi ci sono, sono sicuro che lo spread calerà".

Il ministro del Lavoro e delle Sviluppo Economico Luigi Di Maio, ospite alla puntata del 14 ottobre di Domenica Live, ha parlato di manovra e reddito di cittadinanza. Il vicepremier ha ribadito con forza la sua opinione, ripetendo lo stesso copione che da settimane mette in scena per convincere gli italiani. Secondo il ministro “i soldi ci sono“. “Sono sicuro che calerà lo spread, che l’Unione europea si convincerà perché abbiamo tutte le ragioni del mondo“. Eppure, forse dimentica che dei 36,7 miliardi previsti, solo 6,9 sono già nelle tasche dello Stato, ottenuti da tagli alle spese. I restanti quasi 30 miliardi infatti, si dividono in circa 8 sono previsti per future entrate e 22 per l’aumento del deficit. Quindi, volendo essere più precisi, i soldi per la manovra non ci sono, ci saranno, forse.

Di Maio: “Deficit per ripagare gli italiani”

Lunedì approviamo la manovra, i soldi ci sono. Non ci si deve spaventare per lo spread. Dimostreremo che la manovra è per il bene dell’Italia” così ha annunciato Luigi Di Maio ospite da Barbara D’Urso. “Per la prima volta si fa deficit per ripagare gli italiani, e questo sta facendo arrabbiare un po’ di gente. I soldi ci sono. In questi anni chi diceva che non c’erano, di notte i soldi per le banche e i giornali di partito li trovava“.

Parlando delle restrizioni sul reddito di cittadinanza, invece, afferma: “Inevitabilmente dobbiamo farlo solo per gli italiani, ma non per razzismo“. “Finché non abbiamo la regolazione dei flussi, la misura si rivolge solo agli italiani: gli anziani, i disoccupati, i giovani senza lavoro in depressione, tutti quelli di cui oggi ci si riempie tanto la bocca. Dopo tanti anni che si sente dire ai politici di aiutare chi non ha lavoro, adesso che metto in piedi un sistema mi trattano sempre con l’aria di chi vuole buttare i soldi dalla finestra. Come Stato ho il dovere di aiutare il figlio o la moglie di chi paga la tassa da trent’anni“.

Nell’aggiungere dettagli sui provvedimenti previsti dalla manovra, Di Maio ha spiegato: “Tagliamo un miliardo di euro dalle pensioni d’oro“. Poi, sempre parlando di pensioni, spiega: “Mi stanno dicendo tante aziende anche di Stato che per ogni pensionato che ci sarà l’anno prossimo alcune aziende assumeranno anche 3 giovani. Uno a tre. Quindi se mando in pensione 500mila persone ci saranno in alcuni casi il triplo dei lavori, in alcuni casi un lavoro in più, in alcuni casi il doppio dei posti di lavoro“.

L’altra faccia del reddito di cittadinanza

In un’intervista per Radiopopolare Francesca Coin ha cercato di spiegare perché, da un’altra prospettiva, il reddito di cittadinanza non risolverà il problema della povertà, ma probabilmente lo aggraverà. “Il problema è che il governo muove da una assunzione di fondo di che cosa sia la povertà semplicemente sbagliata. Nella loro interpretazione, la povertà non è il dramma che ha colpito tutti coloro che, loro malgrado, si sono trovati a crescere o a invecchiare in un Paese che, negli ultimi vent’anni, ha perso un terzo della propria struttura produttiva, tagliato gli investimenti – il rapporto Sivmez 2015 parlava di un “crollo epocale” degli investimenti nell’industria a Sud, tre volte in più rispetto al già calo del Centro-Nord. Non è il dramma che ha colpito tutti coloro che si sono trovati ad assistere impotenti a politiche del lavoro che, nella sostanza, si fondano ancora su sgravi alle aziende e lavoro precario o gratuito – si pensi all’Alternanza Scuola lavoro“.

Tutte queste politiche hanno fatto sì che in Italia sia cresciuta la fascia del lavoro povero – il numero di persone che sono povere anche se svolgono due o tre lavori, banalmente perché il loro lavoro è retribuito troppo poco. Il Governo non interviene in questo; non va a sanare questa situazione. Il Governo si preoccupa di chi diventa povero perché non ha voglia di lavorare o perché spende male i propri soldi – una tipologia di povertà che forse, nell’Italia attuale, nemmeno esiste“.