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Manovra, approvata la legge di bilancio e il dl fiscale

Manovra approvata dal Consiglio dei Ministri

Conte, Di Maio, Salvini e Tria hanno presentato al legge di bilancio e il decreto fiscale, oltre a un inedito "decreto taglia scartoffie".

Il Consiglio dei Ministri ha approvato la manovra 2019. Con la presentazione della legge di bilancio e del decreto fiscale il governo può finalmente inviare a Bruxelles il Draft Budgetary Plan, che sarà consegnato all’Unione entro il 24 ottobre, secondo i tempi previsti dalla normativa. “Manteniamo tutte le promesse. Siamo molto soddisfatti. È frutto di un lavoro meditato e di tanti incontri”, ha commentato il premier Giuseppe Conte, che ha presentato i risultati alla stampa insieme ai ministri Matteo Salvini, Luigi Di Maio e Giovanni Tria.

Salvini “Più di così non potevamo fare”

Soddisfatto anche il leader della Lega: “Cominciamo a mantenere gli impegni presi gradualmente ma con coraggio. Di più non so cosa avremmo potuto inserire in una manovra che non fa miracoli, non moltiplica pani e pesci, ma apre opportunità di lavoro per centinaia di migliaia di giovani. Dopo 137 giorni di governo c’è da essere soddisfatti di quello che abbiamo fatto”.

Il ministro dell’Interno ha molte ragioni per gioire della manovra. La vittoria più significativa sull’alleato pentastellato riguarda la pace fiscale, inserita nel decreto. Dopo ripetute opposizioni, il Movimento ha dovuto accettare il “condono“, pur giustificando la scelta con la promessa di “aiutare chi non ce la fa con le cartelle Equitalia” e assicurando che non ci saranno “salvacondotti”.

Manovra, il post di Salvini

Di Maio “È un Nuovo Contratto Sociale”

“Questa non è una semplice manovra, è un Nuovo Contratto Sociale“, scrive Di Maio su Facebook, per poi citare il presidente americano Roosevelt: “L’unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa”. Il leader del M5S conferma l’inserimento in manovra di quota 100, del reddito di cittadinanza, l’opzione donna per il pensionamento anticipato e la lotta al gioco d’azzardo (“piaga sociale da combattere”). Ma il Movimento ha dovuto fare un passo indietro sul taglio alle pensioni d’oro (quelle oltre i 4500 euro netti mensili): non sarà nel decreto legge, dunque per la sua applicazione bisognerà dovrà attendere l’approvazione delle Camere.

Manovra, il post di Luigi Di Maio

Tria “Dimettersi non ha senso”

“La logica della manovra è quella illustrata nella Nadef, riflette quanto era lì contenuto sia negli obiettivi di deficit, come ovvio, che nei contenuti”, ha dichiarato il ministro Tria. “I principali sono l’eliminazione dell’aumento Iva previsto nella legislazione vigente, il finanziamento del reddito di cittadinanza e della correzione della Fornero per la possibilità di andare in pensione un po’ prima per superare problemi di turn over. Ci sono provvedimenti fiscali a favore soprattutto delle piccole imprese. Non sono portato al masochismo, di subire tutta legge di bilancio e la discussione per dimettermi dopo: smentisco, non avrebbe senso“.

I punti della manovra

La manovra fiscale da 37 miliardi di euro prevede il blocco degli aumenti dell’Iva dal 1 gennaio 2019, per un totale di 12,5 miliardi. La Fornero verrà abolita e sostituita, da febbraio, da quota 100, a partire dalla combinazione 62+38 (rispettivamente, età anagrafica e anni di contributi). Per il reddito di cittadinanza bisognerà attendere la primavera: è previsto lo stanziamento di 9 miliardi, a cui ne va aggiunto un altro per il rafforzamento dei Centri per l’impiego. La pace fiscale è stata approvata con aliquota al 20% e tetto massimo di 100 mila euro. Il taglio delle pensioni d’oro sopra i 4500 euro porterà alle casse dello Stato un miliardo in tre anni. La flat tax verrà estesa agli autonomi per un totale di 600 milioni il primo anno e 1,7 miliardi a pieno regime.

L’aliquota Ires scenderà dal 24% al 15% e verranno abolite l’Ace (Aiuto per la crescita economica) e l’Iri (Imposta ridotta per le imprese). I tagli ai Ministeri potrebbero aumentare da 1 a 3-4 miliardi mentre gli investimenti sono previsti per 3,5 miliardi, corrispondenti allo 0,2% del Pil. Approvato anche il decreto “taglia scartoffie e leggi inutili” con cui verranno aboliti oltre cento adempimenti per le imprese. Previste modifiche alla Rc auto per renderla “più equa”.