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Manovra: pensioni d'oro, quota 100 e riscatto di laurea

Pensioni d'oro, quota 100, riscatto di laurea

Il taglio delle pensioni d'oro voluto dal M5S non sarà un ricalcolo conributivo, ma un blocco dell'adeguamento all'inflazione.

Tante le novità presentate nella legge di bilancio in materia pensionistica. Il Movimento Cinque Stelle si è fatto portavoce del taglio alle pensioni d’oro, ovvero quelle che superano i 4500 euro netti mensili, per un totale annuale di oltre 90mila euro lordi. Il leader pentastellato Luigi Di Maio avrebbe voluto inserire il taglio nel decreto legge fiscale, con applicazione immediata e senza dover attendere gli emendamenti delle Camere. Ma, su pressione sia dell’alleato leghista sia del Colle, preoccupato per l’incostituzionalità della riforma, il cambiamento dovrà passare attraverso il regolare iter della legge.

Taglio alle pensioni d’oro

La presentazione della manovra da parte del vicepremier Di Maio come un ricalcolo contributivo, retroattivo e permanente ha subìto importanti correzioni. Non si tratterà di un taglio vero e proprio, bensì di un blocco dell’adeguamento delle pensioni all’inflazione. Sarà parziale per le pensioni intermedie e totale per quelle alte, le cosiddette “d’oro”. L’assegno mensile non sarà dunque adeguato alle modifiche dell’inflazione, che le stime prevedono all’1,4% nel 2019, per poi salire al 2,2% nel 2020 e infine scendere all’1,7% nell’anno successivo. Una manovra possibile perché a fine 2018 scadrà lo “schema Letta” con cui il governo tecnico aveva introdotto una rivalutazione dell’intero sistema pensionistico sulla base dell’inflazione, per adeguare l’assegno al costo della vita (con particolare attenzione nei confronti delle mensilità più basse). Il questo modo, assicura il governo, si arriverà al miliardo in tre anni promesso da Di Maio.

Pensioni 2019: tutte le possibilità

Con lo smantellamento della Fornero, a partire dal 2019 sarà possibile scegliere tra una delle seguenti opzioni per lasciare il mondo del lavoro. La prima è quella della pensione di vecchiaia, che si raggiunge a 67 anni di età, a prescindere dai contributi versati. La soglia della pensione anticipata è stata posta a 42 anni e 10 mesi di contributi, a prescindere dall’età. Non verrà dunque applicato alcun principio di adeguamento alla speranza di vita crescente (che porterebbe il limite a 43 anni e 3 mesi).

Infine, sarà possibile applicare quota 100 vera e propria per andare in pensione a 62 anni e con 38 anni di contributi. A partire da questa soglia, si salirà fino ad arrivare a quota 104 con 66 anni di età anagrafica, ma sempre con un minimo di 38 anni di contributi versati.

Riscatto della laurea

Il sottosegretario della Lega al Ministero del Lavoro, Claudio Durigon, l’ha definito un modo per ottenere un “percorso più lineare” al pensionamento per tutti i lavoratori dalla carriera frammentata. Il riscatto darà diritto a una “defiscalizzazione”, ovvero una detrazione dalla dichiarazione del 23% delle spese sostenute da parte di “mamme, papà e nonni”.