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Salvini, elezioni Ue "Potrei candidarmi con i populisti"

Salvini, potrei candidarmi con i populisti alle prossime europee

Il vicepremier ha ammesso di prendere in considerazione l'ipotesi di una candidatura con i populisti alle prossime elezioni europee.

Matteo Salvini torna a Mosca, questa volta come “ospite d’onore” dell’assemblea generale di Confindustria. “In Russia mi sento a casa”, ammette intervistato da Repubblica. Al vertice intende cogliere l’occasione per sferrare un ennesimo attacco contro i commissari Günther Oettinger e Pierre Moscovici, rei di voler bocciare la manovra fiscale del governo gialloverde. Ma il loro tempo per fare opposizione, continua Salvini, è ormai giunto al termine. “Questi signori parlano negli ultimi giorni dal bunker assediato. Sanno che tra sei mesi andranno a casa, quando anche sull’Europa soffierà il vento del cambiamento”. E, in vista delle prossime europee, il fronte populista è alla ricerca di un candidato.

Salvini “Molti me lo chiedono, ci penso”

Salvini ha ammesso per la prima volta di considerare l’ipotesi di una sua candidatura a Presidente del Consiglio europeo come rappresentante dei populisti. “Amici di vari Paesi europei me lo stanno chiedendo, me lo stanno proponendo. Fa piacere vedano in me un punto di riferimento per la difesa dei popoli, anche fuori dall’Italia”. Il leader del Carroccio correrebbe con il “fronte della libertà“, come è stata soprannominata la coalizione guidata da Marine Le Pen. “In questo periodo tra manovra, Europa, immigrati, non ho avuto tempo e modo per valutare la proposta. Maggio è ancora lontano. Vediamo, ci penso“, ha concluso.

A proposito del sondaggio che ha rivelato che solo il 44% degli italiani si definisce europeista, il ministro afferma di non essere sorpreso: “Choc sarà per altri, non per me. Io immagino per me e per i miei figli un futuro in Europa. Ma non in questa. E se Bruxelles bocciasse davvero la manovra, la percentuale degli euroscettici salirebbe al 70%. Facciano loro”.

Dialogo con i Paesi di Visegrad

Tra gli euroscettici all’interno dell’Unione c’è anche il gruppo dei Paesi di Visegrad, tra cui l’Ungheria di Viktor Orban. Stati che dovrebbero trovarsi sulla stessa linea del governo gialloverde, ma la cui politica di chiusura totale nei confronti dell’immigrazione si è rivelata svantaggiosa per Roma. “L’Italia finora ha fatto da sola, è vero. Ma qualcosa si muove da qualche tempo. Con gli amici polacchi e ungheresi ho avviato personalmente un dialogo. Stiamo lavorando. Anche sui vincoli contabili”.