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Dl Sicurezza approvato al Senato: non votano 4 del M5S

decreto sicurezza

Approvato in Senato con la fiducia il decreto Sicurezza. Quattro dissidenti grillini escono dall'aula al momento del voto, ma la maggioranza tiene.

Si è concluso a Palazzo Madama il voto di fiducia sul decreto Sicurezza. “Il governo non è assolutamente a rischio, manterrà uno per uno tutto gli impegni presi con gli Italiani, punto. Con buon senso e umiltà, si risolve tutto” aveva assicurato Matteo Salvini. Quattro senatori “dissidenti” del MoVimento 5 Stelle infatti si sono detti contrari al provvedimento. Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Matteo Mantero e Elena Fattori sono quindi usciti dall’aula al momento dello scrutinio. Non ha partecipato al voto anche Forza Italia mentre Fratelli d’Italia si è astenuta. Contrario invece il Partito Democratico così come il gruppo per le Autonomie. Il maxiemendamento presentato dal governo è stato quindi approvato con 163 sì, 59 no e 19 astenuti.

Ddl sicurezza e ddl corruzione

Prima del voto nella maggioranza ci sono stati momenti di tensione. I vertici del M5S hanno avvertito gli alleati del Carroccio che “se non ci sarà lealtà sulla prescrizione non ci sarà neppure sul ddl sicurezza“.

Ed infatti questa mattina Luigi Di Maio, per continuare a fare pressing sul tema, ha pubblicato su Instagram una foto che lo ritrae con il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, con il quale ha fatto “il punto sulle misure anti corruzione che presto saranno discusse in Parlamento”. “Carcere per i corrotti, daspo ai corrotti, prescrizione dopo il primo grado di giudizio dei processi penali” puntualizza il vicepremier pentastellato.

Il nodo prescrizione

“Quest’ultima è una nostra battaglia fondamentale di giustizia. – chiarisce – Non ci saranno più furbetti che la fanno franca perché possono permettersi di sostenere i costi di un processo che dura anni fino a che non scatta questa clausola che li salva prima della sentenza. Non ci saranno più stragi in parte impunite come quelle di Viareggio o come quelle dell’amianto. Non ci saranno più stupri senza colpevoli. Non ci saranno più corruttori che la fanno franca”.

“La prescrizione, così come è in Italia, è un freno alla giustizia ed è una delle cause dei processi infiniti” precisa inoltre Di Maio, che cita quindi Piercamillo Davigo il quale spiega: “Se i delitti non si prescrivono più, i processi durano meno”. A quanto si apprende, su questa questione non c’è stato alcun vertice notturno Lega-M5S. Matteo Salvini si limita per il momento a sedersi tra i banchi del governo vicino al ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno, che nei giorni scorsi ha avuto un duro scontro proprio con Bonafede.

Stando alle prime indiscrezioni comunque, i 5 Stelle avrebbero ottenuto che la norma che blocca la prescrizione dopo la sentenza di primo grado rimanga collegata al ddl corruzione, in discussione alla Camera. La Lega però avrebbe chiesto l’inserimento non di un unico emendamento, affinché vengano previsti reati esclusi da questo stop della prescrizione.