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Manovra, allarme per quota 100: attesa su risposta all'UE

Dl fiscale manipolato, Conte tornerà a Roma per chiudere

Il governo deve rispondere alla lettera dell'UE. Da sciogliere il nodo pensioni: la quota 100 introdotta nella manovra potrebbe far saltare i conti.

Attesa per oggi, martedì 13 novembre 2018, la lettera del governo in risposta a quella dell’UE che aveva sollevato dubbi riguardo alla legge di bilancio. Il Consiglio dei ministri si dovrebbe riunire questa sera, ma prima dovrebbe essere convocato un vertice più ristretto alla presenza del premier Giuseppe Conte, con i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini e il ministro dell’Economia Giovanni Tria. In particolare, Bruxelles chiederebbe modifiche sulla quota 100, che provocherebbe dei tagli alle pensioni.

Manovra: da sciogliere il nodo pensioni

Non solo la Commissione europea ma persino l’Ufficio parlamentare del bilancio ha sostenuto che le modifiche alla legge sulle pensioni darà risultati lontani dalle aspettative. Già a metà ottobre il leader della Lega aveva dichiarato come l’UE contesti principalmente il fatto che l’esecutivo voglia modificare la riforma Fornero. “Ma questo è nel programma del 90 per cento dei partiti tranne che del PD” aveva tuonato Matteo Salvini.

I tecnici del Parlamento avvertono però che con le nuove regole previdenziali inserite nella manovra l’assegno verrebbe tagliato dal 5 al 30 per cento. Se, come vorrebbe l’esecutivo, l’uscita dal mondo del lavoro verrebbe anticipata di 4 anni, il futuro pensionato rischierebbe quindi di percepire un assegno ridotto fino ad un terzo.”Chi uscirà con quota 100 avrà una rata pensionistica basata sugli effettivi anni di contributi e non anche sugli anni non lavorati” assicura però il leghista Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro.

Ulteriore problema però il fatto che se con le nuove norme “uscissero tutti i 437mila contribuenti attivi” si registrerebbe un “aumento di spesa lorda per 13 miliardi“. Il doppio quindi di quanto stimato dal governo giallo-verde. Confindustria invece avverte che la nuova riforma previdenziale non garantirebbe un turn over automatico. Infine, è l’Istat ad avvertire l’esecutivo che in caso di “un mutato scenario economico” questo “potrebbe influire sui saldi di finanza pubblica in modo marginale per il 2018 ma in misura più tangibile per gli anni successivi”.