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Abolizione valore legale, Salvini: stop laurea per concorsi

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Matteo Salvini annuncia che bisogna mettere mano alla riforma della scuola e arrivare all'abolizione del valore legale del titolo di studio.

Matteo Salvini annuncia che il governo è intenzionato ad abolire il valore legale del titolo di studio. L’obiettivo è far partecipare ai concorsi pubblici anche i non laureati, che d’altronde sono per numero i più bassi tra gli Stati Europei. Sul tema anche il MoVimento 5 Stelle sembra essere favorevole. Per cercare di arginare le polemiche, il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti chiarisce: “Non è in programma, se ne parlerà in futuro”.

Salvini: stop valore legale della laurea

Dopo essere stato “Alla lavagna”, Matteo Salvini deve aver capito che in Italia si può essere preparati e adatti a partecipare ad un concorso pubblico anche senza determinati titoli di studio. “Dobbiamo mettere mano alla riforma della scuola e dell’università, affrontando la questione del valore legale del titolo di studio” ha affermato infatti il vicepremier leghista parlando a Milano alla scuola politica della Lega. “Negli ultimi anni la scuola e l’università sono stati serbatoi elettorali e sindacali: ecco perché l’abolizione del valore legale del titolo di studio è una questione da affrontare” ha aggiunto.

Negli ultimi anni, in realtà, anche a causa della crisi economica, non tutte le famiglie hanno potuto permettersi di far studiare i figli all’Università. Non a caso l’Italia rimane penultima (prima della Romania) per numero di laureati tra gli Stati Europei, in base al Rapporto biennale dell’Agenzia di valutazione della ricerca universitaria (Anvur) pubblicato nel luglio 2018.

Ciò non toglie che gli italiani, anche storicamente, sono sempre stati un popolo di autodidatti. Ecco perché anche il MoVimento 5 Stelle sembra propenso a seguire la linea di Salvini e cominciare a pensare che la laurea non è un requisito così indispensabile per partecipare ai concorsi pubblici. D’altronde, sono gli stessi docenti universitari a sostenere che si trovano sempre più spesso a dover combattere contro studenti che arrivano a scrivere la tesi di laurea con errori da terza elementare, come hanno denunciato 600 professori nel 2017.

Bussetti: non è in programma

L’annuncio di Matteo Salvini ha sollevato diverse polemiche, tra favorevoli e contrari. A tentare di calmare le acque ci ha pensato il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti che ha precisato come l’abolizione del valore legale del titolo di studio non sia all’ordine del giorno. “E’ un tema di cui si dibatte da tanti anni – ammette -. Ma in questo momento non è in programma, non è detto però che poi non possa essere analizzato in futuro”.

Per il momento il ministro leghista sembra essere maggiormente concentrato ad apportare modifiche che “creino maggiore semplicità, certezze e percorsi giusti e mirati per arrivare ad ottenere quello di cui la scuola ha bisogno per il bene degli studenti”.