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Decreto Bonisoli: in arrivo la norma anti Netflix

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Il ministro dei Beni Culturali firma il decreto ribattezzato anti-Netflix: fissa il lasso di tempo tra la proiezione al cinema e sulle piattaforme.

“Mi accingo oggi (mercoledì 14 novembre 2018, ndr) a firmare il decreto che regola le finestre in base a cui i film dovranno essere prima distribuiti nelle sale e dopo di questo su tutte le piattaforme. Penso sia importante assicurare che chi gestisce una sala sia tranquillo nel poter programmare film senza che questi siano disponibili in contemporanea su altre piattaforme” annuncia Alberto Bonisoli in un videomessaggio inviato alla presentazione della ricerca Agis/Iulm “Spazi culturali ed eventi di spettacolo: un importante impatto sull’economia del territorio”.

La norma che tutela il cinema italiano

Il ministro dei Beni culturali interviene nella polemica nata tra i distributori cinematografici e Netflix, accingendosi quindi a firmare il decreto attuativo della legge sul Cinema, la 220 del 2016, varata da Dario Franceschini. Il decreto, spiega Bonisoli , permetterà “ai gestori dei cinema di sfruttare appieno l’investimento per migliorare le sale”. La norma già ribattezzata anti-Netflix riguarda solo i film italiani e farà diventare legge ciò che finora era solo prassi.

A partire dalla prima proiezione in sala, dovranno passare 105 giorni prima che la pellicola (si fa per dire) possa essere distribuita su altre piattaforme. Il lasso di tempo si può ridurre se l’opera è programmata al cinema per un numero di giorni pari o inferiore a tre o se proiettata in meno di 80 schermi oppure, infine, se ha ottenuto meno di 50mila spettatori dopo 21 giorni di programmazione in sala.

Queste regole “mirano a venire incontro alle esigenze dei film italiani che non riescono a rimanere in sala per un tempo sufficiente o che non incontrano un riscontro di pubblico soddisfacente”, precisa il sottosegretario Mibac Lucia Borgonzoni. E’ “un buon accordo tra tutte le componenti della filiera del Cinema italiano”, afferma anche Francesco Rutelli, presidente dell’Anica. Il decreto evita “la concorrenza sleale e rilancia il cinema come elemento di promozione della cultura”, dichiara anche Carlo Fontana. presidente dell’Agis.