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ICI alla Chiesa, governo studia una sanatoria da 1 miliardo

ICI

Dopo la sentenza della Corte di giustizia dell’UE, il governo sta studiando in che modo reclamare l'ICI non versata dal Vaticano.

Il 6 novembre 2018 la Corte di giustizia dell’UE ha stabilito che l’Italia deve recuperare l’ICI non versata dal 2006 al 2011 dalla Chiesa e dagli enti no profit. In precedenza la Commissione europea (nel 2012) e il Tribunale UE (nel 2016) avevano stabilito “l’impossibilità di recupero” della tassa sugli immobili ma i giudici di Lussemburgo hanno evidenziato che queste sono solo mere “difficoltà interne” del nostro Paese che non giustificano quindi il non recupero dell’ICI. Lo Stato cerca ora di dirimere la questione adottando una sorta di pace fiscale, una sanatoria.

ICI: pace fatta con un miliardo

“A questo punto è un atto dovuto: il problema si trascina da anni e la sentenza della Corte ci impone di trovare un accordo con il Vaticano che ancora non stiamo negoziando. Ma va fatto e ci sarà” ha annunciato infatti il vice ministro all’economia leghista, Massimo Garavaglia.

L’Italia sarebbe quindi pensando di chiedere al Vaticano il pagamento di un miliardo di euro, applicando un’aliquota forfettaria fissata intorno al 20 per cento sul capitale reclamato, ovvero 4,8 miliardi. Stando alle prime indiscrezioni, però, il MoVimento 5 Stelle vorrebbe invece muoversi in un’altra direzione, trattenendo le quote di 8×1000 destinate alla Chiesa Cattolica fino a completa estinzione del debito.

Palazzo Chigi e il Ministero dell’Economia però non vorrebbe aprire una battaglia con il Vaticano, anche perché in teoria i sindaci hanno 5 anni di tempo per reclamare l’ICI non versata, e non tutti hanno aperto un contenzioso con la Chiesa. Inoltre, tutta la documentazione potrebbe in questi anni essere andata persa e ciò renderebbe ancora più difficile stabilire chi deve pagare e chi invece no.