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Verona, scontro sull'aborto: caramelle e volantini sulla 194

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Nella città della mozione contro l'aborto "Non una di meno" distribuisce carmelle e informazioni sui contraccettivi. Insorge la Lega: "esaltate".

Davanti al liceo e alla stazione ferroviaria di Verona per distribuire bustine con all’interno caramelle di zucchero e foglietti informativi sui metodi contraccettivi. A mobilitarsi a favore della legge 194 – “legge che in Italia consente alle donne di non morire di aborto” – sono le volontarie dell’associazione “Non una di meno” con “un’iniziativa favore dell’educazione sessuale e della corretta informazione alla contraccezione” . Questo è quanto è bastato per far scoppiare la polemica in seno ad un’amministrazione comunale sempre più oscurantista.

I consiglieri leghisti: “Farmaci come caramelle”

Da quando Verona si è proclamata a tutti gli effetti “città a favore della vita”, con l’approvazione da parte del consiglio comunale della mozione leghista – sottoscritta tra gli altri dal sindaco Federico Sboarina e la capogruppo democratica Carla Padovani – contro l’interruzione di gravidanza e per l’abolizione della legge 194, è guerra aperta tra le associazioni che tutelano i diritti delle donne e amministratori comunali. Immediata in questo senso la reazione dei consiglieri leghisti Anna Grassi e Alberto Zelger, spalleggiati dal deputato del Carroccio Vito Comencini: “È inaccettabile che venga veicolato un messaggio che associa un farmaco a una caramella – dicono -. La pillola del giorno dopo è un farmaco a tutti gli effetti che ha controindicazioni ed effetti sul fisico di una ragazza”. Vito Comencini si è poi espresso circa la necessità di “informare i giovani sui valori positivi della vita e della famiglia” dando delle “esaltate” alle volontarie di NUDM.

Un attacco politico

“Qui sta il vero punto della questione – rispondono loro – e l’obiettivo politico dell’attacco portato avanti da un’amministrazione che non vuole lavorare a favore di una maternità consapevole, ma per la disinformazione e per la cancellazione dei diritti delle donne“. Finanziare consultori pubblici, lavorare a favore di una contraccezione gratuita, promuovere corsi di educazione sessuale nelle scuole, gli interventi indicati come prioritari dalle femministe. “Interventi che un’amministrazione comunale avrebbe il potere di finanziare e di avviare”. Non così a Verona però, dove urge ricordare come il comune abbia “da poco approvato una mozione ‘per sostenere la maternità’ finanziando con soldi pubblici progetti e associazioni legate ai movimenti antiabortisti“.