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Ddl anticorruzione approvato alla Camera

ddl anticorruzione

Approvato il ddl anticorruzione. Norma sul peculato sarà cambiata al Senato. Bagarre in Aula sulla "schedatura" degli iscritti ai partiti.

Nonostante le tensioni all’interno della maggioranza dopo l’emendamento che ammorbidisce il reato di abuso d’ufficio e di peculato, il ddl anticorruzione passa l’esame della Camera. Il provvedimento è stato infatti approvato a Montecitorio con 288 voti favorevoli, 143 contrari e 12 astenuti. Alla fine, come da volontà del MoVimento 5 Stelle, il disegno di legge nato per contrastare i reati contro la pubblica amministrazione e per la trasparenza dei partiti è stato integrato anche con la norma che sospenderà la prescrizione dopo il primo grado di giudizio.

Ddl anticorruzione

Questo ovviamente è solo il primo passaggio parlamentare. Il governo ha già annunciato che in Senato verrà modificata la norma sul peculato. In questo caso, prima di diventare legge, il ddl anticorruzione dovrà tornare nuovamente alla Camera. L’esecutivo però vorrebbe chiudere la partita in tempi brevi, possibilmente entro la fine del 2018.

Il testo però è aspramente criticato dalle opposizioni. Sia Fratelli d’Italia che Partito Democratico hanno infatti sostenuto in Aula che le norme sulla documentazione degli iscritti ai partiti rischia di essere una vera e propria “schedatura”.

Schedatura degli iscritti

“Ci troviamo di fronte a una raccolta di informazioni tipica di uno Stato autoritario non di una democrazia” afferma anche il deputato di LeU, Federico Fornaro. Il ddl anticorruzione infatti prevede che all’atto della consegna dei rendiconti annuali i partiti trasmettano alla Commissione di Controllo e di Garanzia anche gli elenchi dei tesserati e degli iscritti.

“Un conto è rendere noti i finanziatori di un partito, un altro è rendere pubblici gli elenchi degli iscritti. Questa è una vera e propria schedatura e un attentato alla privacy” dichiara anche Piero Fassino del PD. Il MoVimento 5 Stelle prova a fare chiarezza. “Non capisco dove abbiate visto la schedatura, la norma insiste su un richiamo agli obblighi attuali, che i partiti o i movimenti devono fare come stabilisce la legislazione vigente” ricorda il relatore del provvedimento Francesco Forciniti, sottolineando come la Commissione sia un organo indipendente.