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Reddito di cittadinanza, le risorse non sono sufficienti

Reddito cittadinanza

Reddito cittadinanza, le risorse stanziate non bastano neanche per coprire gli assegni delle famiglie beneficiarie del solo Sud Italia

Una terminologia un po’ confusa e dei principi alla base che appaiono di difficile applicazione. Quali i criteri per usufruirne? A chi spetta il reddito di cittadinanza? L’esperimento che tanto piace al Movimento 5 Stelle in Finlandia si era dimostrato un vero flop. La Finlandia ha deciso non solo di non farlo diventare strutturale ma nemmeno di rinnovarlo. Per dodici mesi duemila cittadini disoccupati, di età compresa tra i 25 e i 58 anni, hanno ricevuto una assegno di 560 euro al posto dei normali sussidi contro la disoccupazione. La somma erogata è leggermente più bassa dai 780 euro al mese proposti dai grillini in campagna elettorale. I disoccupati ricevevano i soldi direttamente sul proprio conto corrente e continuavano ad arrivargli anche quando accettavano un lavoro dal centro per l’impiego. “La cosa più strana è che anche se dovessi cominciare a guadagnare un milione di euro all’anno continuerebbero a darmeli”, aveva commentato uno dei beneficiari nordeuropei.

Nel nostro Paese la possibilità di applicazione del decreto risulterebbe minata alla base. Infatti, i nove miliardi di euro messi a disposizione dalla legge di Bilancio per il reddito di cittadinanza potrebbero non bastare. Non solo non sarebbero sufficienti per coprire tutto il territorio nazionale, ma neanche per il solo Sud Italia. La spesa necessaria per mettere in campo il reddito di cittadinanza è stata calcolata da Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno. Secondo queste stime, servirebbero 10 miliardi solamente per 1,2 milioni di nuclei familiari del Sud che avrebbero diritto a diventarne beneficiari. Basti pensare che il 30% delle risorse servirebbe per coprire le spese in Campania, dove sarebbero necessari 3,1 miliardi di euro. E’ questo ciò che emerge dai dati Svimez.

Reddito di cittadinanza, mancano le risorse

I calcoli Svimez (appena indicati) si basano su una previsione di nove mesi per il 2019. Il calcolo si basa sulle famiglie con un reddito Isee inferiore ai 9 mila euro annui, tenendo conto del dimezzamento della cifra per chi ha una casa di proprietà. Nel solo Mezzogiorno sarebbero un milione e 283 mila le famiglie di possibili beneficiari dell’assegno, circa il 75% dei beneficiari di tutta Italia. Dopo la Campania, troviamo la Sicilia (2,7 miliardi per 342 mila famiglie), la Puglia (1,6 miliardi per 214 mila famiglie), la Calabria (1,1 miliardi per 143 mila famiglie). E poi la Sardegna (170 mila famiglie), l’Abruzzo (per 43 mila famiglie), la Basilicata (206 milioni per 28 mila famiglie) e il Molise (87 milioni per 11 mila famiglie).

Le risorse necessarie per coprire tutto il territorio nazionale sono nettamente superiori rispetto a quelle calcolate dal governo. In un precedente rapporto si parlava di circa 17 miliardi di euro. La soluzione, alla luce di simili considerazioni, sarebbe quella di ridurre l’importo, con una cifra che andrebbe da un minimo di 178 euro per le famiglie con un solo componente a un massimo di 490 euro per le famiglie con cinque componenti. Una cifra ben distante dai 780 euro preventivati da Di Maio e i suoi.