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Dl Genova, Ceriscioli firma ricorso per l'incostituzionalità

Ceriscioli, ricorso per incostituzionalità decreto Genova

Il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, ha firmato il ricorso per l'illegittimità costituzionale del decreto Genova.

Il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, ha firmato il ricorso per l’incostituzionalità del decreto Genova. La parte della legge che il presidente contesta è quella che elimina l’intesa, per la ricostruzione, tra le Regioni interessate dal terremoto del 2016. “La legge non rispetta la Costituzione perché non prevede l’intesa con le Regioni su materie concorrenti, come previsto dagli articoli 117 e 118 che sanciscono il principio di leale collaborazione tra istituzioni”, ha dichiarato Ceriscioli. “È impossibile ricostruire senza la partecipazione dei territori. Noi crediamo che questo percorso vada fatto insieme”.

Ceriscioli “Ci affidiamo alla Corte costituzionale”

Ceriscioli ha ribadito la propria opposizione al dl Genova anche tramite social. Sulla sua pagina Facebook si legge: “Il ricorso alla Corte Costituzionale è partito. L’ho firmato oggi“. I rappresentanti delle Regioni confidano “che la Corte riconosca l’illegittimità di questo atto. Siamo contrari anche perché questo decreto rischia di ritardare le procedure di ricostruzione e di far passare sopra le teste dei marchigiani decisioni che spettano al territorio”.

“Io penso che il terremoto vada affrontato mettendo sullo stesso piano i diversi soggetti. La partecipazione di cittadini, Comuni, volontari, imprese e certamente dello Stato, è la risposta”, ha spiegato Ceriscioli in un video. “Ma togliere quell’intesa significa estromettere il territorio dall’iter decisionale, metterlo a un altro tavolo. Non è giusto in termini di rilancio del territorio“.

Già il 16 novembre, il presidente aveva annunciato di essere pronto a schierarsi a favore dell’incostituzionalità del dl, se il governo non avesse ripristinato l’intesa con le Regioni. I rappresentanti delle località terremotate hanno precisato di non dover “dare corso all’attuazione di provvedimenti che non le vedono direttamente coinvolte nella fase decisionale e pertanto valuteranno se restituire la gestione della contabilità speciale e degli uffici speciali al Commissario, valutando anche di ritirare tutto il personale regionale attualmente messo a disposizione”.