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Caso Regeni, Fico: stop rapporti col Parlamento del Cairo

Roberto Fico

Dopo che la Procura di Roma ha indagato alcuni 007 egiziani per il caso Regeni, Fico chiude i rapporti diplomatici con il Parlamento dell'Egitto.

Roberto Fico ritiene “un atto giusto, coraggioso e doveroso” quello della Procura di Roma, che ha iscritto nel registro degli indagati alcuni agenti del servizio di intelligence egiziano, ritenuti responsabili dell’omicidio di Giulio Regeni. Per far capire all’Egitto che l’Italia è stanca di attendere la verità sull’uccisione del ricercatore, Fico annuncia che “la Camera dei deputati sospenderà ogni tipo di relazione diplomatica con il Parlamento egiziano”.

Fico: serve l’avvio di un processo

“Con grande rammarico annuncio ufficialmente che la Camera dei deputati sospenderà ogni tipo di relazione diplomatica con il Parlamento egiziano, fino a quando non ci sarà una svolta vera nelle indagini e l’avvio di un processo sul sequestro, la tortura e l’uccisione di Giulio Regeni” dichiara ai microfoni del Tg1 Roberto Fico. “A settembre – ricorda quindi il presidente della Camera – sono andato a Il Cairo. Avevo detto sia al presidente Al Sisi sia al presidente del Parlamento egiziano che eravamo in una situazione di stallo. Avevo avuto delle rassicurazioni ma ad oggi non è arrivata nessuna svolta”.

In realtà qualcosa si sta muovendo, ma solo in Italia. La Procura di Roma infatti ha annunciato di voler iscrivere nel registro degli indagati cinque agenti dei servizi segreti egiziani per “omicidio e depistaggio”. Gli inquirenti, dopo aver analizzato tabulati telefonici e testimonianze, ipotizzano infatti che gli agenti del National Security abbiano controllato e poi pedinato Giulio Regeni per diversi giorni e fino al 25 gennaio 2016, giorno della sua scomparsa. Il ricercatore è stato poi ritrovato morto, a seguito di atroci torture, il 3 febbraio.

“E’ un atto giusto forte e coraggioso e direi anche un atto dovuto, visto che la Procura de Il Cairo non procede è giusto che lo faccia la Procura di Roma” commenta quindi Roberto Fico, riferendosi all’inchiesta dei magistrati capitolini.