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Manovra: "No ritardi su quota 100 e reddito di cittadinanza"

Juncker Conte

Lega e M5S ribadiscono che quota 100 e reddito di cittadinanza non subiranno slittamenti. Nuovo incontro tra Conte e Juncker.

Per l’Italia il tempo stringe, se vuole evitare l’apertura di una procedura d’infrazione dopo la bocciatura della legge di bilancio da parte dell’UE. Il collegio dei Commissari europei si riunirà infatti il 19 dicembre 2018, e prima di quella data il governo giallo-verde dovrà presentare correzioni sufficienti alla manovra tali da convincere Bruxelles a non applicare sanzioni nei confronti del nostro Paese. Finora gli incontri in sede europea non sono stati ancora risolutivi, tanto che nel pomeriggio di mercoledì 12 dicembre 2018 Giuseppe Conte incontrerà nuovamente il presidente della Commissione UE Jean-Claude Juncker. L’obiettivo è trovare una “correzione accettabile” per entrambe le parti.

Il limite del 2,4% del PIL

Nella giornata di lunedì 10 dicembre 2018 il premier si è incontrato con il ministro dell’Economia Giovanni Tria. Al vertice hanno partecipato anche i sottosegretari Giancarlo Giorgetti, Claudio Durigon, Laura Castelli, Massimo Garavaglia nonché i rappresentanti della ragioneria dello Stato e dell’Inps.

Al termine la Lega ha fatto solo sapere, attraverso una nota, che “alla luce delle tabelle fornite è possibile confermare gli obiettivi politici della manovra sullo smantellamento della legge Fornero, che partirà senza penalità e nei tempi previsti”. L’introduzione della quota 100 quindi non dovrebbe subire ritardi, anche se è proprio il nodo pensioni a preoccupare maggiormente l’unione europea.

Anche il MoVimento 5 Stelle però assicura che “vengono confermati gli obiettivi sul reddito di cittadinanza, che partirà nei tempi stabiliti. Confermato anche il taglio alle pensioni d’oro”. Ancora però non è chiaro con quali fondi potranno essere finanziate queste misure. Il limite del 2,4% del Pil dovrà infatti essere necessariamente rivisto, con Bruxelles che vorrebbe portale il deficit all’1,8-1,9%. Numeri inaccettabili però sia per la Lega che per il M5S che intendono mantenere, e al più presto, le promesse elettorali. Le elezioni europee infatti si avvicinano.