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Professioni sanitarie senza titolo, via libera in manovra

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In manovra un emendamento che permette a chi esercita professioni sanitarie senza titolo di continuare a lavorare. Giulia Grillo: "Non crea abusivi".

“Stop alla disinformazione sull’emendamento che salva il posto di lavoro a 20.000 operatori già presenti nelle strutture sanitarie pubbliche e private. Il Parlamento non ha approvato nessuna sanatoria per abusivi” chiarisce su Facebook Giulia Grillo. Il ministro della Salute replica a chi in queste ore sta criticando un emendamento del M5S inserito nella manovra approvata in Senato che modifica la legge 42/99, stabilendo una deroga per l’iscrizione agli ordini anche da parte dei professionisti del settore sanitario senza titoli che abbiano lavorato, nell’arco di 10 anni, almeno per 36 mesi.

Grillo: non si creano equipollenze

Queste persone potranno continuare a svolgere il lavoro purché ci si iscriva, entro “il 31 dicembre 2019, in appositi elenchi speciali ad esaurimento e istituiti presso gli Ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, fermo restando che tale iscrizione non si tradurrà in un’equiparazione”.

Giulia Grillo puntualizza infatti: “Si dà la possibilità di continuare a esercitare a lavoratori con titoli validi fino all’approvazione della legge 3/2018 inserendoli in elenchi speciali. Non sarà un via libera per tutti, ma solo per chi dimostrerà di avere i titoli e di aver lavorato per almeno 36 mesi in 10 anni”.

Il ministro della Salute poi precisa: “Non si toglie nulla a chi è iscritto agli albi delle professioni sanitarie e non si creano equipollenze. – e ancora – Non creiamo abusivi e finalmente si mette fine al caos prodotto da una giungla di corsi regionali che negli anni hanno creato situazioni incontrollabili”.

Le associazioni contro l’emendamento

Critiche però le posizioni di diverse associazioni, come l’Aifi. “Assisteremmo al paradosso che chi ha lavorato come dipendente o autonomo svolgendo attività riconducibili a quelle di una professione sanitaria come il fisioterapista o altra professione, senza titoli di studio abilitanti all’esercizio, verrà iscritto in elenchi speciali, potendo così continuare ad esercitare abusivamente”.

“Manca la previsione di quali titoli di studio permetterebbero tale iscrizione, mancano le modalità di verifica delle reali competenze degli iscritti agli elenchi speciali necessarie per potersi occupare della salute delle persone. – viene sottolineato – Una assurdità totale. Nessuno, politica o sindacati, potrà cavarsela con la scusa di aver salvato posti di lavoro”.

“Appartenere a un albo non è una semplice iscrizione, ma significa dover dimostrare al nostro Sistema nazionale, e quindi alla collettività tutta, di possedere una serie di requisiti: un percorso formativo di base e di specializzazione nel settore sanitario, di aver acquisito competenze e abilità, di aver superato esami e prove” osserva invece la Federazione nazionale degli ordini della professione di ostetrica.