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Reddito di cittadinanza, ecco le misure contro i furbi

Reddito di cittadinanza, arrivano le misure contro i furbi

Il reddito di cittadinanza non andrà a chi abbandona il lavoro e ai finti divorziati. Presenti misure anche per i figli.

Guerra ai furbetti che intendono approfittare dell’introduzione del reddito di cittadinanza fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle. Nella bozza del provvedimento, riporta Leggo, è contenuto infatti un paletto per impedire che un lavoratore si licenzi per usufruire del sussidio e allo stesso tempo continuare a lavorare in nero. La bozza del decreto chiarisce infatti che il sostegno economico non andrà “ai nuclei familiari che abbiano tra i componenti soggetti disoccupati a seguito di dimissioni volontarie nei dodici mesi successivi alla data delle dimissioni” (tranne i casi di giusta causa).

La norma contro i divorzi di comodo

Non mancherà una misura per fronteggiare i divorzi o le separazioni di comodo. Come recita la bozza in questione, “i coniugi permangono nel medesimo nucleo anche a seguito di separazione o divorzio, qualora continuino a risiedere nella stessa abitazione“. Per non essere più considerati come marito e moglie dovranno dunque abitare in due case diverse.

La misura ‘per i figli’

Infine c’è un altro paletto nei confronti dei figli, per evitare che vadano a vivere da soli per incassare il reddito. In sostanza, secondo la norma, un figlio maggiorenne è comunque ritenuto a carico della famiglia se si verifica una delle tre seguenti condizioni: se ha meno di 26 anni (così il reddito non verrà dato agli studenti fuori sede); se “è nella condizione di essere a loro carico ai fini Irpef (dal 2019 sono considerati tali i figli fino a 24 anni con reddito fino a 4.000 euro, e quelli con più di 24 anni con reddito massimo di 2840 euro); se non ha figli anche se non vive più insieme ai genitori”.