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Decreto sicurezza: in Sicilia fronte trasversale PD-Fi-M5S

Leoluca Orlando

Non c'è solo Leoluca Orlando pronto a sfidare la legge e contestare apertamente il Decreto sicurezza. Nel fronte anti-Salvini anche il M5S siciliano.

Continua il botta e risposta tra Matteo Salvini e Leoluca Orlando. “La differenza fra dire e fare, la differenza fra rispettare la Costituzione tramite la legge e fare vuoti proclami, è che io stesso mi rivolgerò al Giudice Civile per sollevare la questione della incostituzionalità di una parte del Decreto Sicurezza” annuncia infatti il sindaco di Palermo. In Sicilia il fronte anti-Salvini però si allarga. A schierarsi con Orlando non solo Forza Italia e PD ma persino il MoVimento 5 Stelle.

Anche l’Anci con Orlando

“Non è questione di diritti dei migranti o di porte aperte a tutti, è una questione di diritti umani e civili per tutti, è questione di rispetto della Legge costituzionale che è garanzia per tutti i cittadini, italiani e non. – chiarisce Leoluca Orlando – Oggi si comincia coi migranti e domani si prosegue con gli altri. I regimi, tutti i regimi della storia hanno sempre avuto inizio con una legge razziale disumana spacciata per legge sulla sicurezza”.

Nella polemica entra a gamba tesa anche il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, il quale fa notare che “le nuove norme mettono i sindaci in una oggettiva difficoltà”. “Se ai migranti presenti nelle nostre città non possiamo garantire i diritti basilari assicurati agli altri cittadini, né, ovviamente, abbiamo alcun potere di rimpatriarli, come dovremmo comportarci noi sindaci?” domanda, rivolto al ministro dell’Interno.

“Inoltre – osserva Decaro, sindaco di Bari – quando si è deciso di chiudere i centri Sprar, che distribuendo su tutto il territorio nazionale il flusso migratorio assicuravano un’accoglienza diffusa, anticamera di una necessaria integrazione, alcune città hanno visto un aumento considerevole di stranieri nei centri Cas e Cara, a gestione ministeriale. Si è interrotto, così, un percorso virtuoso di accoglienza e integrazione e si è favorito l’aumento di tensioni sociali nelle comunità di riferimento”.

La minaccia del ministro dell’Interno

“Riguardo alle minacce che il ministro dell’Interno rivolge ad alcuni sindaci, non vorrei essere costretto a fargli notare che poco tempo fa, prima di diventare ministro, egli stesso invitava platealmente i sindaci a disobbedire a una legge dello Stato, quella sulle unioni civili” sottolinea infine il presidente dell’Anci, replicando a Matteo Salvini che assicura che con lui al governo “la pacchia è finita” e promette: “Chi non rispetta il dl Sicurezza e aiuta i clandestini tradisce l’Italia e gli italiani, e ne risponderà davanti alla legge e alla Storia”.

“Pertanto ribadisco – conclude Decarto – il mio invito ad evitare polemiche inutili e a riunire attorno a un tavolo ministero e sindaci per risolvere i problemi che questa legge, oggettivamente, crea, così come avevano paventato prima della conversione in legge, la commissione immigrazione dell’Anci e molti consigli comunali di orientamento politico diverso. Non è possibile sospendere i diritti basilari delle persone così come non è possibile sospendere unilateralmente l’ottemperanza di una legge”.

Il fronte anti-Salvini

Nonostante Luigi Di Maio cerca di tagliare corto è bolla “la protesta dei sindaci” come parte di una “campagna elettorale”, in Sicilia sembra però allargarsi il fronte trasversale anti-Salvini. Al fianco di Leoluca Orlando non si schiera infatti solo Gianfranco Micciché, presidente dell’Assemblea regionale siciliana e commissario di Forza Italia nell’Isola. Anche PD e persino il M5S sostengono il sindaco di Palermo.

Ugo Forello, che nel 2017 fu candidato dal MoVimento 5 Stelle alla guida del capoluogo siciliano, dichiara infatti: “Tante cose mi dividono da Leoluca ma in questo caso, fossi stato sindaco, mi sarei comportato assolutamente come lui. Il Decreto sicurezza ha diversi profili incostituzionali e, nello specifico, la norma che impedisce l’iscrizione all’anagrafe ai migranti con il permesso di soggiorno in scadenza crea un’inqualificabile divisione fra cittadini di serie A e di serie B“.

Intanto, il sindaco di Firenze Dario Nardella annuncia: “Stiamo valutando insieme ai nostri avvocati e con alcuni costituzionalisti anche una strada perché si possa arrivare alla Corte Costituzionale, ben sapendo che i comuni non hanno la facoltà di fare un ricorso diretto, ma – spiega – possono appellarsi al giudice ordinario o al giudice amministrativo affinché venga posta la questione in via incidentale”.