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Nozze gay, Pif contro Salvini: “Quando si può disobbedire?”

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“Io non ho capito, ma quando è possibile disobbedire e quando no?”. Così Pif polemizza contro Salvini, che ai sindaci dice: “Non celebrate nozze gay”

Il ministro dell’Interno torna su Twitter a scagliarsi contro la “rivolta” dei sindaci disobbedienti, guidati dal primo cittadino di Palermo, Leoluca Orlando, che annunciano la sospensione della legge sicurezza e immigrazione. Poi, in una nota, il vicepremier leghista rincara la dose: “I porti italiani sono chiusi, abbiamo accolto già troppi finti profughi, abbiamo arricchito già troppi scafisti! I sindaci di sinistra pensino ai loro cittadini in difficoltà, non ai clandestini”.

Matteo Salvini mal sopporta la disobbedienza annunciata da una lista di sindaci destinata ad allungarsi. Leoluca Orlando a Palermo, ma anche Luigi de Magistris a Napoli, Dario Nardella a Firenze, Marco Alessandrini a Pescara, Renato Accorinti a Messina.

Ma da segretario della Lega, era il maggio del 2016, Matteo Salvini chiamò i sindaci d’Italia a disobbedire contro una legge dello Stato. Solo che quella volta al centro della questione c’erano i cosiddetti i matrimoni gay, nonché unioni civili. Infatti, nel giorno in cui sul provvedimento venne posta la fiducia Matteo Salvini invitò i sindaci della Lega a disobbedire, a non celebrare le unione civili. Insomma, a rifiutarsi di firmare l’unione tra persone dello stesso sesso.

Pif contro Salvini

“Sindaci della Lega disobbedite”, era l’invito lanciato dall’allora segretario del Carroccio ai sindaci leghisti. “È una legge sbagliata, anticamera delle adozioni gay”. Matteo Salvini arrivò persino a minacciare di espulsione la sindaca di Oderzo (Treviso), Maria Scardellato, che unì in matrimonio Pasquale e Andrea, compagni da 11 anni. “Non ho fatto nulla di male”, era stata la difesa della sindaca. E ancora: “È un contratto previsto per legge. Sono contraria alle adozioni delle coppie omosessuali, ma ho applicato la legge”. Ma Salvini proprio non ci stava: “Se la sindaca si è prestata a questo giochino sicuramente ha poco a che fare con la Lega”.

Tuttavia ora, da ministro dell’Interno, Salvini non può accettare che qualche sindaco metta in discussione un suo provvedimento, “una legge dello Stato”. Per questo invita i prefetti delle varie città ad adoperarsi per dichiarare fuorilegge qualsiasi provvedimento contrario al decreto sicurezza e immigrazione. Il rischio è quello di uno scontro tra poteri. Sindaci e uffici comunali da una parte. Ministero dell’Interno e prefetture dall’altro.

Pif, un po’ confuso, ha dato una stoccata su Facebook a Matteo Salvini. Sulla questione ha ironizzato: “Io non ho capito, ma quando è possibile disobbedire e quando no?”

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