Giuseppe Conte precisa che lo slittamento del decreto sul reddito di cittadinanza e quota 100 è stato necessario perché il governo vuole “fare le cose per bene”. “E una riforma complessa che servirà per la stabilità sociale e la produttività” del Paese chiarisce quindi il premier, intervenendo agli Stati Generali dei consulenti del lavoro.
Reddito di cittadinanza: manifesto politico
“Le ragioni del differimento del reddito di cittadinanza stanno nel fatto che vogliamo fare le cose per bene: non è concessione elettorale ma manifesto politico di questo governo” chiarisce Giuseppe Conte. La pubblicazione del decreto che fisserà le regole per accedere al reddito di cittadinanza e a quota 100 è infatti ulteriormente slittato. Rinviato infatti il Consiglio dei ministri che avrebbe dovuto affrontare la questione, forse addirittura a venerdì 18 gennaio 2019.
“La Ragioneria dello Stato deve ancora lavorare al provvedimento” aveva anticipato Luigi Di Maio. E questo anche perché “la bozza del decreto sul reddito di cittadinanza suscita forte preoccupazione per tempi, modalità, personale e risorse” soprattutto alle Regioni, che chiedono un “coinvolgimento” sulla stesura del testo.
“Serve anche per la stabilità sociale”
Intervenendo agli Stati Generali dei consulenti del lavoro, il premier quindi puntualizza: “Il Consiglio dei ministri lo abbiamo rinviato alla prossima settimana perché è una riforma complessa, che studiamo da mesi, e che vogliamo fare per bene”. Giuseppe Conte sottolinea infatti che con reddito di cittadinanza e quota 100 a beneficiarne non sarà solo la “stabilità sociale” del Paese “ma anche la produttività“.
“Sin dall’inizio abbiamo coniugato il concetto di lavoro stabile al concetto di dignità: senza lavoro ciascuno ha la propria dignità, ma quella sociale non può che prescindere dall’occupazione stabile” chiarisce. Poi il Presidente del Consiglio annuncia: “Stiamo impostando quota 100 non solo come cosa giusta, per superare la Fornero, ma soprattutto per assicurare ricambio generazionale: non anticipo dati ma posso dire che Eni, e non à la sola, mi ha anticipato nel 2019 per un lavoratore che esce ne saranno occupati due/tre”.