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Bonafede, il video-spot sulla cattura di Battisti scatena le polemiche

Bonafede, polemiche per il video-spot su Battisti

Polemiche sul web per il video-spot "spietato e indecente" pubblicato dal ministro Alfondo Bonafede per celebrare la cattura di Cesare Battisti.

È bufera sul web per il video pubblicato sul proprio profilo Facebook da Alfonso Bonafede. Il ministro della Giustizia ha voluto affidare a un vero e proprio spot il “racconto di una giornata che difficilmente dimenticheremo“. Il riferimento è alla cattura dell’ex latitante Cesare Battisti e al suo rientro in Italia. Un video in cui il terrorista in manette viene mostrato al grande pubblico completamente disumanizzato, esibito come fosse un trofeo per celebrare i successi del governo gialloverde. Gli utenti social sono i primi a criticare la scelta del ministro, definendola come spietata e indecente.

Video-spot su Battisti: la polemica

Un vero filmino matrimoniale – così lo descrive Repubblica – che mostra le nozze tra lo sposo (Matteo Salvini, che compare per pochi secondi) e la sposa tanto attesa (l’ex terrorista). A celebrare il rito sacro c’è proprio il Guardasigilli. La musica si interrompe per fare spazio al suo annuncio solenne: “Battisti varcherà le soglie del carcere e quel punto sconterà finalmente la pena per tutti i reati che ha commesso”.

Anche diversi membri dell’esecutivo hanno preso le distanze dal ministro Bonafede e dal suo video-spot. Rocco Casalino, portavoce del premier, ha ammesso di non saperne niente. Esponenti del M5S hanno giudicato il video “improvvisato, cinico e malfatto“, privo persino del “logo della polizia penitenziaria” che sarebbe invece stato necessario “visto che lo hanno montato loro”. Forza Italia ha denunciato la trasformazione della giustizia “in un b-movie” e il democratico Walter Verini ha paragonato l’Italia a una “repubblica delle banane”.

Garante “Bonafede tolga il video”

Il Garante dei detenuti, Mauro Palma, confida che “si provvederà a rimuovere tale video. Frasi e immagini” mostrate dal ministro “puntano ad acquisire consenso attraverso un linguaggio estraneo a quello del Costituente”. Conseguenza diretta è il consolidamento di “una cultura di disgregazione sociale“.