Il Tar del Lazio ha accolto la richiesta dell’Associazione per la Prevenzione e la Lotta all’Elettrosmog. Con la sentenza emessa, il tribunale ha sancito l’obbligo per i ministeri dell’Ambiente, della Salute e dell’Istruzione ad avviare una campagna informativa sui rischi dei cellulari. I pericoli citati nascono da un uso improprio dei telefoni cordless e riguardano sia la salute dell’uomo che l’ambiente. I ministeri coinvolti dovranno attuare tali procedure entro un massimo di sei mesi.
Cellulari, la sentenza del Tar
L’Associazione si è rivolta al Tar della Regione Lazio dopo aver emanato una diffida, risalente al giugno 2017. Con l’atto si invitavano i tre ministeri ad adottare provvedimenti e promuovere campagne informative capillari presso la popolazione. Un secondo obiettivo era spingere i ministri a emanare un decreto del febbraio 2001, contenente la legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici. La risposta del Tar è stata duplice. Il tribunale amministrativo ha accolto la richiesta riguardante la campagna informativa che, “nonostante il ragguardevole lasso di tempo intercorso, non risulta essere stata ancora attuata”. Nella sentenza si legge che “a predetta campagna d’informazione e d’educazione ambientale dovrà essere attuata nel termine di sei mesi dalla notifica, avvalendosi dei mezzi di comunicazione più idonei ad assicurare una diffusione capillare delle informazioni in essa contenute”.
I giudici hanno evidenziato come già il 12 gennaio 2012 il ministero della Salute aveva affrontato il tema dei possibili rischi connessi all’uso dei telefoni cellulari. In un parere del novembre 2011, il Consiglio Superiore di Sanità ha ammesso che la scienza non ha dimostrato alcun nesso di casualità tra l’esposizione alle frequenze radio e l’insorgenza di tumori. Tuttavia, tale rapporto non può neppure essere completamente escluso e la ricerca scientifica ha il compito di svolgere ulteriori indagini per approfondire la questione.
Respinto, invece, il tentativo di forzare l’emissione del decreto ministeriale “per difetto assoluto di giurisdizione, venendo in rilievo il mancato esercizio di poteri di natura normativa”.