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Diciotti, tribunale dei ministri chiede rinvio a giudizio per Salvini

Salvini, tribunale chiede rinvio a giudizio

Il tribunale dei ministri di Catania ha autorizzato il rinvio a giudizio di Salvini per il caso Diciotti: rischia dai 3 ai 15 anni di carcere.

Il tribunale dei ministri di Catania ha chiesto l’autorizzazione per il rinvio a giudizio del ministro Matteo Salvini per il caso Diciotti. Il vicepremier è accusato di sequestro di persona. La richiesta del tribunale si oppone a quella di archiviazione formulata dalla procura della Repubblica di Catania e dal pm Carmelo Zuccaro. Il ministro ha commentato la decisione sui propri canali social: “Ci riprovano. Rischio da 3 a 15 anni di carcere per aver bloccato gli sbarchi dei clandestini in Italia. Non ho parole. Paura? Zero. Continuo e continuerò a lavorare per difendere i confini del mio Paese e la sicurezza degli italiani”.

Salvini rinviato a giudizio

L’inchiesta per il caso Diciotti è stata aperta dal procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, e dal sostituto procuratore Salvatore Vella. I pm hanno inviato il fascicolo al tribunale dei ministri di Palermo, il quale lo ha a sua volta inviato a Catania. Il vicepremier dovrà rispondere non solo dell’accusa di sequestro di persona, ma anche di arresto illegale e di abuso di ufficio. Reati per i quali rischia una condanna da 3 a 15 anni di carcere.

In quanto membro del governo, Salvini può essere rinviato a giudizio solo su autorizzazione della sezione competente del tribunale ordinario che si occupa dei cosiddetti reati ministeriali. La decisione viene presa da un collegio composto da sei membri, dei quali tre sono effettivi e tre supplenti, estratti a sorte tra i magistrati che prestano servizio nei tribunali del distretto da almeno cinque anni. Tra i giudici, quelli che hanno espresso giudizio favorevole al rinvio a giudizio sono Nicola La Mantia, Paolo Corda e Sandra Levanti. A loro si è rivolto il leader leghista in una diretta Facebook, mandando ai magistrati “un bacione. I giudici facciano i giudici, i ministri fanno i ministri ed esercitano i loro poteri”.

“Sarò sequestratore nei prossimi mesi”

Nel medesimo video, il ministro ha ribadito che “non cambio di un centimetro la mia posizione. Barche, barchette e barchini in Italia non sbarcano. Se sono stato sequestratore una volta, ritenetemi sequestratore per i mesi a venire. Sì lo rivendico, lo confesso e lo ammetto: ho bloccato la procedura di sbarco dei migranti. Mi dichiaro colpevole di questo reato. La difesa della patria è sacro dovere del cittadino. Adesso la parola passerà al Senato”.