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Veneto, si discute la legge per introdurre l'albo delle prostitute

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Nuovo progetto di legge nella regione Veneto: Antonio Guadagnini ha proposto di istituire nuovi albi per svolgere l'attività di prostituzione.

Nel Consiglio regionale del Veneto è stata avanzata una proposta di legge che riguarda la regolamentazione della prostituzione. L’idea che sta dietro al progetto è quella di istituire degli albi di iscrizione nei vari comuni nei quali chi pratica l’attività di prostituzione può iscriversi. Il Progetto di Legge arriva dal consigliere del partito ‘Siamo VenetoAntonio Guadagnini e verrà analizzato dalla commissione sanità del Consiglio regionale, nella sede di Palazzo Ferro Fini.

Come funziona?

La proposta di legge è composta da 15 articoli, nei quali sono ribaditi tutti i limiti e gli obblighi da rispettare. Infatti, il regolamento prevede che la possibilità di esercitare l’attività prostituzione sarà sublimata da alcune rigide norme. Si potrà, infatti, svolgere tale professione solo in “forme associate, senza turbare la quiete, la sicurezza e l’ordine pubblico“. Ne consegue, quindi, che sarà sempre illegale svolgere l’attività lungo le strade.

Secondo i 15 punti del regolamento le prostitute dovranno sostenere diverse spese come il pagamento degli oneri per sanità, previdenza e fisco. Inoltre, sarà obbligatorio mantenere la segretezza sulle vere identità dei clienti. Anche dal punto di vista sanitario, se il progetto verrà approvato, ci saranno degli obblighi da seguire: sarà, infatti, necessario disporre di un certificato di idoneità sanitaria.

Una battaglia che viene da lontano

È da molto tempo che la Lega Nord spinge per riuscire ad ottenere la legalizzazione della prostituzione e, quindi, la riapertura delle famose ‘case chiuse’. L’ultimo tentativo risale al 7 febbraio 2019, con un disegno di legge presentato a Palazzo Madama dal senatore Gianfranco Rufa.

La proposta prevede il via libera all’esercizio dell’attività di prostituzione solo nelle abitazioni private. Saranno presenti sanzioni più alte, da mille a diecimila euro, per chi esercita la prostituzione in luogo pubblico e per gli eventuali clienti.