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Tav, la Camera approva la mozione Lega-M5S "Ridiscutere l'opera"

Tav, la Camera approva la mozione

Con 261 sì, la Camera ha approvato la mozione presentata da Lega e M5S per "ridiscutere integralmente" il progetto della Tav Torino-Lione.

La Camera ha approvato la mozione presentata da Lega e M5S sulla Tav, con 261 voti a favore, 136 contrari e 2 astenuti. Il governo ha espresso l’impegno a “ridiscutere integralmente il progetto della linea Torino-Lione, nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia”. Durante la votazione in Aula, i deputati del Pd hanno protestato esponendo un cartello con la scritta: “Salva Salvini, boccia la Tav“. Secondo i parlamentari dem, la mozione è frutto di un “voto di scambio” tra i partiti di governo, in cambio del no all’autorizzazione a procedere contro Salvini nel caso Diciotti.

Juncker “Decidono Italia e Francia”

L’alta velocità Torino-Lione non è invece stata oggetto di discussione durante il Consiglio dei ministri, durato meno di un’ora. Secondo fonti citate dall’Ansa, i ministri dei Trasporti e dell’Ambiente, Danilo Toninelli e Sergio Costa, hanno dichiarato che “non se n’è parlato”. Toninelli ha poi assicurato che “massimo due settimane e troveremo una soluzione con gli alleati di governo. Basta parlare di Tav. I cittadini vogliono sentir parlare di tanti altri progetti”. Anche Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione Ue, è intervenuto nel dibattuto e ha commentato così la decisione della Camera: “Decidono Italia e Francia, vedremo alla fine chi la spunterà”.

Le critiche di Antonio Tajani

Più critico il presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani. “Il governo del no, dei temporeggiatori, degli incapaci, è l’ultima cosa di cui ha bisogno un Paese in recessione, dove la prima emergenza si chiama lavoro”, ha commentato. “Dai ponti alle strade, alla Tav, passando per la Pedemontana veneta, l’alta velocità Brescia-Padova, la terza corsia A11 o la Gronda di Genova, solo per citare alcuni dei progetti più noti. Si sta fermando tutto. Ci sono 270 opere pubbliche bloccate, con i cantieri fermi per i più svariati motivi. Dall’aperta ostilità del governo, fino alla manifesta incapacità di sbloccare i lavori. Dei 150 miliardi disponibili, è stato speso meno del 4%. Il governo ha detto stop a 21 miliardi di euro già destinati alle grandi opere in corso”. Con il no alla Tav, inoltre, c’è il rischio di “perdere 4,3 miliardi di finanziamenti Ue. I primi a pagare questa follia sono i lavoratori. Stime attendibili indicano che ci sono a rischio 420.000 posti, senza contare le conseguenze negative sull’intera economia italiana”.

In questo panorama, ha concluso Tajani, “il mondo galoppa, mentre noi tiriamo il freno. Il confronto con il resto dell’Europa è impietoso. Nel solo 2018 negli altri Paesi Ue sono state fatte opere per 400 miliardi. Negli ultimi 10 anni, la Spagna ha speso una media di 40 miliardi l’anno per infrastrutture. La sola Germania, ha approvato un piano d’investimento per infrastrutture di trasporto di 270 miliardi. Prima cambia il governo del no al lavoro, al progresso, al futuro, meglio sarà per gli italiani”.