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Primarie PD, Giachetti: "Se si torna indietro, tolgo il disturbo"

Roberto Giachetti

Il renziano Roberto Giachetti afferma che le dichiarazioni di Nicola Zingaretti "non corrispondono all’intenzione di non creare divisioni".

Roberto Giachetti, in corsa per le primarie del PD, annuncia che non rimarrà dentro il partito per fare “la guerra termonucleare al segretario eletto” come già successo quando in carica c’era Matteo Renzi. “Se si vuole tornare indietro, riaprendo il PD a coloro che l’hanno distrutto o a un accordo con i M5S, io toglierei il disturbo” chiarisce.

Giachetti: “PD non sia una caserma”

“Per me un partito non è una caserma, non significa avere le catene. Anche con Bersani ero in minoranza, ma esisteva una cornice condivisa. Se accadrà di nuovo, zero problemi. Se invece si vuole tornare indietro, riaprendo il PD a coloro che l’hanno distrutto o a un accordo con i M5S, io toglierei il disturbo” annuncia in un’intervista a La Repubblica Roberto Giachetti, in corsa per le primarie dem.

Ciò che sottolinea il renziano è quanto appaia “singolare” come da una parte Nicola Zingaretti assicuri “chiudiamo con la stagione delle guerre” e subito dopo invece dichiari “Martina e Giachetti rappresentano una stagione di sconfitte”. “C’è quanto meno una contraddizione, sono parole che non corrispondono all’intenzione di non creare divisioni. Perciò non mi fido: su questo e su tutto il resto. – aggiunge Giachetti – C’è un mood nell’esposizione zingarettiana per cui con una mano si sostiene una cosa e con l’altra la si nasconde”.

Ecco perché l’ex radicale annuncia: “Non rimarrò dentro a fare la guerra termonucleare al segretario eletto, come è stato fatto ad altri”.

Renzi non molla

Roberto Giachetti chiarisce invece: “Matteo ha già detto in tutte le forme possibili che non se ne andrà, in questa fase è il più esposto nell’opposizione ai grillo-leghisti, dal punto di vista della logica politica se avesse voluto farsi un partito suo sarebbe uscito prima delle Europee: – evidenzia – il test migliore per pesarsi, trattandosi di elezioni con sistema proporzionale puro, in cui conta molto l’opinione sul leader”.