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Paolo Savona apre le porte dell'Unione Europea alla Turchia

Consob, accordo su Savona

Il ministro dimissionario Savona apre all'ingresso della Turchia nell'Ue nel documento presentato in Parlamento: uno scenario ostile a Matteo Salvini.

L’entrata della Turchia nell’Ue è stata storicamente tema di dibattito politico: nella relazione programmatica presentata dal ministro dimissionario Paolo Savona in Parlamento si considera questo scenario, una possibilità che fa storcere il naso al vicepremier Matteo Salvini. Correva l’anno 2013, quando su Facebook il leader del Carroccio commentava così “La Turchia non è Europa né per storia, né per cultura, né per rispetto dei diritti umani! Se Europa non è solo una parola vuota, la Turchia non potrà entrarci ora e neppure in futuro!”. Nel 2019 il governo Conte apre invece all’allargamento dell’Unione verso l’est. Desta quindi stupore la contrapposizione tra il ministro dell’interno e il neo eletto Consob: Savona è sempre stato vicino a Salvini, l’ipotesi è che abbia considerato una necessità la possibilità di un allargamento dell’Unione Europea all’area dei Balcani Occidentali, una “pratica” che lascerà in eredità al suo successore.

La diatriba sull’ingresso della Turchia nell’Ue

Nella relazione denominata “La partecipazione dell’Italia all’Unione europea” Savona evidenzia non solo l’importanza di un’apertura verso il Bosforo, bensì le perplessità in merito alla politica di Erdogan “Ankara resta un interlocutore fondamentale per la Ue per quanto riguarda le relazioni di sicurezza e la politica regionale in Medio Oriente e nel Golfo. Tuttavia non si può sottacere la preoccupazione per il deterioramento della situazione dei diritti fondamentali nel Paese”. Per Matteo Salvini invece, l’ingresso di Istanbul nell’Ue è “escluso”. Il leghista ha più volte sottolineato le differenze culturali e politiche della Turchia rispetto agli stati membri: storicamente differente perché di origine “asiatica” e politicamente ostile per le scelte adoperate in questi anni, un esempio su tutti “l’occupazione militare di Cipro” (membro dell’Ue) negli ultimi 44 anni.