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Vertice serale a Palazzo Chigi per il "SI" o il "NO" alla Tav

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Vertice di governo: sì o no alla Tav. Al tavolo della discussione il premier Conte e i ministri Salvini, Di Maio e Toninelli, oltre a diversi tecnici.

Vertice serale a Palazzo Chigi sulla Tav presieduto dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, con presenti oltre ai tecnici, i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini e il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. Come riportato dall’Ansa, al tavolo della “trattativa” ci sono dieci tecnici, cinque” per parte”: da un lato i prof convocati dal ministro Toninelli e dall’altro quelli chiamati dai sottosegretari della Lega. Si tratta di Gaetano Marzulli, Alberto Chiavelli, Paolo Beria, Pasquale Pucciariello, Luigi Navone, Francesco Parola, Ginio Ferretti, Alberto Petroni, Carlo Vaghi, Pierluigi Coppola. Assente, come previsto, il presidente della commissione che ha condotto l’analisi costi-benefici, ovvero il prof. Marco Ponti. Accanto al premier Conte e ai vicepremier Di Maio e Salvini, ci sono oltre al ministro Toninelli, il viceministro della Lega Edoardo Rixi, il sottosegretario sempre del Carroccio Armando Siri, il capogruppo M5s in Senato Stefano Patuanelli e Mauro Coltorti, presidente M5s della commissione Trasporti di Palazzo Madama.

Le parole dei protagonisti

Ma quando avremo una risposta chiara sulla Tav? “Il forse non c’è”, ha detto Salvini prima dell’incontro, ribadendo che”Costa di più non farla che farla”. Poi ancora: “Il treno è più sicuro, costa meno e inquina meno, su questo non c’è nessuno che mi possa far cambiare idea”.

“Una decisione sarà presa entro venerdì – ha detto invece Di Maio – perché la società Telt deve sapere se avviare i bandi. Se qualcuno crede che sulla Tav possa cadere il governo si sbaglia. Mi fido di Conte che farà la sintesi delle posizioni”. Il leader M5s ha poi difeso l’analisi costi benefici, dicendo che l’obiettivo non è “fare le opere per spendere più soldi – ma fare le opere perché servono – La nostra posizione è chiara, ma richiede una sintesi”.

Sanzioni UE in caso di no alla Tav

L’UE è pronta a ricordare all’Italia le sanzioni a cui andrebbe incontro con un eventuale no alla Tav, andando a contravvenire a due regolamenti europei del 2013. Così facendo il Bel paese andrebbe incontro anche ad una perdita di circa 800 milioni complessivi di cui 300 già entro marzo. Questo il quadro emerso dalle ultime indiscrezioni, secondo le quali il vicepremier Salvini si sarebbe confrontato sul caso Tav anche con il vicepresidente della Commissione europea Jyrki Katainen.