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Europarlamento contro Tajani dopo le frasi su Mussolini: "Si dimetta"

Antonio Tajani

Per il Parlamento europeo Antonio Tajani ha "banalizzato l’era mussoliniana", e ne chiede le dimissioni. Il presidente è costretto a scusarsi.

“Fino a quando non ha dichiarato guerra al mondo intero seguendo Hitler, fino a quando non s’è fatto promotore delle leggi razziali, a parte la vicenda drammatica di Matteotti, ha fatto delle cose positive per realizzare infrastrutture nel nostro Paese, poi le bonifiche. Da un punto di vista di fatti concreti realizzati, non si può dire che non abbia realizzato nulla” ha dichiarato Antonio Tajani riferendosi a Benito Mussolini. Frasi che hanno scatenato la polemica all’interno del Parlamento europeo, tanto che alcuni gruppi hanno chiesto le dimissioni del presidente.

Le frasi di Tajani

Nell’intervista a La Zanzara su Radio24, il presidente del Parlamento europeo aveva voluto comunque subito precisare: “Poi si può non condividere il suo metodo. Certamente non era un campione di democrazia. Io non sono fascista, non sono mai stato fascista e non condivido il suo pensiero politico però – ha aggiunto – se bisogna essere onesti, ha fatto strade, ponti, edifici, impianti sportivi, ha bonificato tante parti della nostra Italia, l’istituto per la ricostruzione industriale”.

Puntualizzazione che non è bastata però per evitare di scatenare la polemica. I primi a chiedere “chiarimenti rapidi” sono stati gli esponenti dei Socialisti e Democratici (S&D), con il leader Udo Bullman che domandava: “Come può un presidente del Parlamento europeo non riconoscere la natura del fascismo?”.

In un primo momento Tajani ha cercato di bollare come “vergognosi” questi attacchi perché, spiegava, c’era chi “strumentalizzava le sue parole” tanto da chiedere “le scuse” a chi lo voleva far passare come un fascista. Alla fine perà è stato lo stesso Tajani a doversi scusare, dopo che buona parte del Parlamento europeo si è ribellato contro il suo presidente.

La richiesta di dimissioni

Socialdemocratici (S&D), Verdi e Sinistra Unitaria (GUE) riescono difatti a fermare i lavori e chiedono le dimissioni di Antonio Tajani. Il capogruppo dei Verdi Philippe Lamberts in Aula dichiara: “Tajani ha detto che può esserci del buono nel fascismo, che di fatto con le sue leggi ha annientato la democrazia. E’ questo indegno del presidente del primo Parlamento transnazionale della storia dell’umanità. – aggiungendo – Il Parlamento UE è stato creato proprio per non avere più i fascismi in Europa, quindi che ritiri le dichiarazioni o si ritiri”.

Duro anche l’attacco di Gabri Zimmer, leader di Sinistra Unitaria, che in primo luogo ricorda come “in quest’Aula ci sono persone i cui genitori già nel primo anno dell’era Mussolini sono stati incarcerati”. Il riferimento è a Barbara Spinelli, il cui padre Altiero fu confinato a Ventotene dove redasse il celebre manifesto. Zimmer quindi chiarisce: “Non è possibile che alla guida del Parlamento europeo, che ha il compito di evitare che odio, antisemitismo e fascismo tornino ci sia un uomo che banalizzi l’era mussoliniana come se Mussolini fosse diventato fascista solo dopo un certo momento”.

Le scuse

Alla fine Antonio Tajani non può far altro che inviare una nota dall’Abruzzo, dove si trova per impegni istituzionali. “Da convinto antifascista – ci tiene prima di tutto a evidenziare – mi scuso con tutti coloro che possano essersi sentiti offesi dalle mie parole, che non intendevano in alcun modo giustificare o banalizzare un regime anti-democratico e totalitario“.

“Sono profondamente dispiaciuto che, malgrado la mia storia personale e politica, qualcuno possa pensare che io sia indulgente col fascismo. – prosegue – Sono sempre stato convintamente anti-fascista. Ho sempre ribadito che Mussolini e il fascismo sono stati la pagina più buia della storia del secolo passato, senza alcun distinguo”.

“Mi sono sempre battuto contro ogni forma di dittatura o totalitarismo. – aggiunge quindi, ricordando infine – Come ho detto con grande fermezza lo scorso ottobre in Plenaria, l’Europa nasce dalla sconfitta del fascismo ed è l’argine più solido contro ogni totalitarismo”.