> > M5S: "Il PD di Zingaretti vuole aumentare stipendi ai parlamentari"

M5S: "Il PD di Zingaretti vuole aumentare stipendi ai parlamentari"

stipendi parlamentari

Il tesoriere del PD Luigi Zanda presenta una proposta di legge per "adeguare" gli stipendi parlamentari italiani a quelli europei, che sono più alti

Il MoVimento 5 Stelle rivela che il PD, a firma del tesoriere dem Luigi Zanda, ha depositato una proposta di legge per “adeguare” gli stipendi dei deputati e dei senatori a quelli dei parlamentari europei, che sono più alti. Il senatore replica ma all’interno dei dem c’è già chi prendere le distanze dal provvedimento.

“Nuovo finanziamento pubblico ai partiti”

“Al neo-segretario del Partito Democratico chiediamo parole di chiarezza. Nicola Zingaretti ha nominato come tesoriere del PD il senatore Luigi Zanda, che ha proposto una legge (depositata l’11 luglio 2018, ndr) per istituire un fondo da 90 milioni di euro per coprire le spese dei partiti, comprese quelle per pagare gli affitti degli immobili che lo stesso Partito Democratico possiede in tantissime città italiane. Una subdola reintroduzione di quel finanziamento pubblico ai partiti che gli italiani hanno già bocciato con un referendum e che dopo tanta fatica è stato abolito definitivamente nel 2017″ denuncia su Facebook il capogruppo del MoVimento 5 Stelle a Palazzo Madama, Stefano Patuanelli.

Il M5S incalza poi dal suo blog aggiungendo: “Basterebbe questo per capire che il nuovo Pd di Zingaretti è tutto fumo e niente arrosto, ma Zanda è andato oltre, proponendo di riempire ancora un po’ le tasche dei parlamentari”.

“Zanda chiede aumento degli stipendi”

Il 27 febbraio 2019 infatti è stata presentata una pdl per “adeguare” gli stipendi dei deputati e dei senatori a quelli dei parlamentari europei, che sono più alti. In base ai calcoli de Il Fatto Quotidiano, al posto degli odierni 14mila euro i parlamentari italiani arriverebbero a incassare tra i 16mila e i 19mila euro al mese.

I 5 Stelle spiegano: “La proposta prevede di aggiungere alle quote mensili già previste, comprensive del rimborso spese per segreteria e rappresentanza, altre componenti: un’indennità transitoria a carattere temporaneo, il cui diritto matura allo scadere del mandato parlamentare, in sostituzione dell’attuale assegno di fine mandato; un trattamento differito di natura assicurativa, il cui diritto matura a condizione che sia scaduto il mandato parlamentare e che il beneficiario abbia compiuto il sessantatreesimo anno di età, in sostituzione del vitalizio; e infine, in caso di invalidità insorta nel corso del mandato, una pensione di invalidità, il cui diritto matura al momento della cessazione delle funzioni”.

Per questo motivo il pentastellato Stefano Patuanelli chiosa che è solo un modo per mascherare “TFR e vitalizi“.

La replica

“Prima di fare della propaganda elettorale, consiglio a Luigi Di Maio di studiare attentamente il mio disegno di legge. E gli consiglio anche di smetterla con questo quotidiano attacco al Parlamento e alla democrazia rappresentativa, perché l’Italia non accetterà mai una ‘democrazia diretta’ alle dipendenze della Casaleggio Associati” afferma Luigi Zanda in risposta all’attacco.

“Il MoVimento 5 Stelle – conclude quindi il senatore – è libero di prendere ordini da un’azienda privata. Il Parlamento italiano, e soprattutto gli italiani, della Casaleggio Associati non ne vogliono sapere”.

All’interno dei dem però c’è chi prende le distanze. Dario Parrini, capogruppo del PD nella Commissione Affari costituzionali, scrive per esempio sui Facebook: “E’ nota la mia stima per il presidente Zanda ma non condivido la sua proposta sul trattamento economico dei parlamentari. – annunciando – Se e quando dovessimo discuterne negli organismi del PD, spiegherò, come mai penso che non possa diventare la posizione del mio partito”.