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Legge sul "revenge porn", liti in Parlamento e maggioranza divisa

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Liti in parlamento sul "revenge porn". Di Maio assicura: "L'emendamento dell'opposizione noi lo votiamo, la Lega non so"

Ira e liti in Parlamento. Le forze parlamentari, infatti, non trovano un accordo per una legge che punisca il “revenge porn”, ossia la diffusione per vendetta di immagini sessuali private.

Da New York è intervenuto anche Luigi Di Maio, sconfessando la linea seguita per tutta la giornata dalla maggioranza. “L’emendamento al revenge porn si può votare. Noi lo votiamo, la Lega non so”, ha dichiarato. In mattinata alla Camera un emendamento di Laura Boldrini sul tema era stato bocciato dalla maggioranza gialloverde per 14 voti. Così ricorda la Repubblica. Le parlamentari di Forza Italia e Pd avevano occupato nel pomeriggio l’aula di Montecitorio dove si discutevano le norme del decreto Codice rosso contro la violenza di genere e domestica. A quel provvedimento l’opposizione aveva proposto gli emendamenti sul revenge porn. La seduta è stata sospesa: l’esame del provvedimento riprenderà martedì.

Legge sul “revenge porn”

Ira delle donne delle opposizioni per il rinvio del revenge porn nel disegno di legge sul “codice rosso”. Un gruppo di Fi, guidato da Stefania Prestigiacomo, tenta un assalto ai banchi dell’Esecutivo, ha ricordato l’Ansa. La Prestigiacomo viene placcata dai commessi, mentre il presidente Fico la richiamava all’ordine. Dietro a lei si sono visti correre, tra le altre, Giusi Bartolozzi, Mara Carfagna, Benedetta Fiorini e Michaela Biancofiore. Intanto, si susseguivano gli interventi dei deputati di Fi per invitare ad approvare l’emendamento che introduce il reato di revenge porn. La seduta viene sospesa.

L’esame del disegno di legge è stato rinviato a martedì 2 aprile 2019. Lo ha deciso la conferenza dei capi gruppo di Montecitorio, riunitasi dopo che le deputate di Fi hanno occupato l’Aula. L’esame del testo ripartirà dall’emendamento di Forza Italia volto a punire il revenge porn.

L’intervento di Di Maio

“Per me quell’emendamento è un primo passo. Martedì quando torneremo in aula si può benissimo votare. Poi c’è da approvare un disegno di legge organico“, ha dichiarato Di Maio nella serata di giovedì 28 marzo.

Il riferimento del vicepremier è alla proposta di legge che i 5 Stelle hanno presentato in mattinata, alla presenza della madre di Tiziana, la ragazza di Napoli morta suicida per i video intimi diffusi in Rete. La donna, che supporta l’iniziativa, in Senato non è riuscita a trattenere le lacrime. “Mia figlia è stata trattata come una prostituta“.

La castrazione chimica

La maggioranza, intanto, è divisa sul nodo dell’emendamento leghista sull’introduzione della castrazione chimica. Alla luce della proposta avanzata dalla Lega, sono emersi diversi i dubbi da parte del M5S. Inoltre, fa sapere Ansa, alcune fonti parlamentari del Movimento contestano il merito e il metodo della proposta. Per questa ragione, l’approvazione del provvedimento è slittato alla prossima settimana.

La castrazione chimica “è una forma di trattamento terapeutico inibitore della libido che, nel caso dell’emendamento che noi proponiamo, può essere proposto, non imposto. Non può essere obbligatorio“, ha sottolineato il ministro della Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno, ospite di Sky Tg24. E’ un trattamento che, ha ribadito, “il soggetto può scegliere” e che è “la condizione per avere il bonus della sospensione” della pena. La violenza sessuale “è un reato schifoso“, ha ripetuto.

Le dichiarazioni della Santanchè

“La Lega ha annunciato che presenterà un emendamento al “codice rosso” per introdurre la castrazione chimica. Fratelli d’Italia non può che essere soddisfatta, visto che è una nostra battaglia da sempre“, ha commentato la senatrice Daniela Santanchè.

Tuttavia, ha tenuto a precisare: “Rimane però l’amarezza, perché già da tempo questa misura poteva essere operativa nel nostro ordinamento, visto che nel decreto Sicurezza presentai un emendamento in tal senso e, inspiegabilmente, la Lega lo bocciò. Apprezziamo il rinsavimento, a scoppio ritardato, dei colleghi leghisti ma non vorremmo che si tratti dell’ennesimo annuncio elettorale, alla luce delle parole del capogruppo al Senato del M5S che ha già espresso la sua contrarietà. Non vorremmo registrare l’ennesima marcia indietro della Lega, che stavolta però sarebbe sulla pelle delle donne“.

Il ministro della Salute

“Sono ministro della Salute e anche un medico, quindi non posso essere a favore di un provvedimento che riduca l’integrità psicofisica di una persona”, è stato invece il commento del ministro alla Salute, Giulia Grillo, riguardo all’emendamento sulla castrazione chimica.

Quindi ha avvertito: “E’ praticamente impossibile che dia parere favorevole. Lavoriamo sull’inasprimento delle pene, è là, fra virgolette, che dobbiamo castrare certi comportamenti, che sono obbrobriosi”.

La replica di Salvini

Da sempre impegnato in difesa delle donne, Matteo Salvini fa sapere: “È sperimentale volontariamente in tanti Paesi occidentali. Ci sono persone che chiedono di essere messe in condizione di non avere più gli istinti per commettere violenze bestiali e quindi qualcuno studi quello che viene sperimentalmente applicato in altri Paesi”.