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"Codice rosso", maggioranza divisa sulla castrazione chimica

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Primo via libera alla Camera per il decreto legge “Codice Rosso”. I voti a favore sono stati 380, nessun contrario

Il decreto legge “Codice Rosso” ha incassato il primo via libera alla Camera e ora passerà all’esame del Senato. Diviso il governo gialloverde, che durante la discussione in Aula si è trovato in contrasto sul tema castrazione chimica voluta dalla Lega e stoppata dai grillini. Insieme alla maggioranza hanno votato a favore FdI e Forza Italia. Restano criticità nel testo per Pd e Leu, che si astengono. Nonostante non sia stata raggiunta l’unanimità, i voti a favore sono stati 380, nessun contrario, ricorda La Stampa.

Sì al “Codice Rosso”

Il provvedimento, varato lo scorso novembre dal Cdm su spinta dei ministri Giulia Bongiorno e Alfonso Bonafede, è stato poi modificato durante l’iter a Montecitorio, con l’aggiunta di diversi articoli e l’inserimento di due nuovi reati (il revenge porn e lo sfregio del volto). In data 3 aprile 2019 è stato approvato con il voto unanime dell’Assemblea, nonostante il duro scontro che si è consumato in Aula tra maggioranza e opposizioni proprio sulla “porno vendetta”.

In precedenza, l’Aula della Camera aveva bocciato la richiesta di Fratelli d’Italia al ddl Codice rosso che impegnava il governo ad adottare ogni iniziativa anche normativa per introdurre la possibilità di subordinare alla castrazione chimica la concessione della sospensione condizionale della pena in caso di condanna per reati sessuali. L’emendamento è stato votato solo da Fdi e Lega. I voti a favore sono stati 126, 383 i contrari, un astenuto. Questi i dati ricordati dalla Rai.

Scontro tra Lega e M5S

Sconcertati e dispiaciuti dal voto dei grillini contro la castrazione chimica, una norma applicata in altri Paesi per limitare la violenza di pedofili e stupratori. E’ quanto si apprende da fonti della Lega.

Il Movimento 5 Stelle replica, affermando di essere “rimasto coerente”. “Per noi la castrazione chimica non può essere una soluzione. Appare evidente che il centrodestra non esiste più, neanche su questi temi”. Così fonti parlamentari del M5S, che fanno notare come anche gli stessi parlamentari della Lega non hanno votato in maniera compatta.