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Decreto crescita, Conte: "Domani il via libera in Cdm"

Conte decreto crescita

Nell'ultima bozza del dl compaiono novità sulla rottamazione e gli immobili degli enti locali e sul Fondo di garanzia per la prima casa.

Giuseppe Conte ha annunciato un Consiglio dei ministri per dare il via libera al decreto crescita, si apprende dall’Ansa. Il premier ha inoltre dichiarato che le stime del Def sul Pil italiano “non hanno alterato la nostra pianificazione” sulla crescita economica del Paese. Per quanto riguarda la questione banche, “il nostro obiettivo politico, molto forte, è procedere con i risarcimenti” a tutti i risparmiatori, il più rapidamente possibile.

Le novità del decreto crescita

L’Ansa riporta inoltre che, sulla base dell’ultima bozza del decreto crescita che l’agenzia ha potuto visionare, tra gli obiettivi del governo compare anche un allargamento della rottamazione per gli enti locali che non si sono serviti, per la riscossione, dell’ex Equitalia. I Comuni, le province e le regioni possono deliberare la “definizione agevolata” mediante lo sconto delle sanzioni sulle “entrate, anche tributarie” non riscosse. Gli enti interessati avranno a disposizione 60 giorni per prendere una decisione.

Anche gli immobili degli enti locali sono entrati nel piano dismissioni, al fine di raggiungere il target di 950 milioni per il 2019 (che scenderà a 150 milioni per il 2020 e il 2021) fissato con l’ultima manovra economica. Nella più recente bozza del decreto crescita, si legge che “oltre l’80% degli immobili delle amministrazioni pubbliche risulta di proprietà degli enti locali”. In questo modo si potranno “ampliare e rafforzare” gli strumenti governativi “per raggiungere gli obiettivi di finanza pubblica“.

Dalla medesima bozza si apprende che nel 2019 saranno stanziati 100 milioni per rifinanziare il Fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa. Nei documenti preparatori si parlava, invece, di 200 milioni. Il Fondo è stato istituito nel 2013 con la legge di stabilità e necessita di un rifinanziamento, senza il quale, si legge nella bozza, “le risorse si esauriranno entro i prossimi mesi“.

Il testo del dl prevede anche dei nuovi paletti alla norma sull’accelerazione dei lavori dei privati su proprietà soggette al via libera della soprintendenza per i Beni culturali. Il ministro Alberto Bonisoli aveva posto un primo stop, ma nell’ultima bozza si prevede una riduzione da 120 a 90 giorni per il rilascio dell’autorizzazione. Allo scadere del termine, scatta il principio del silenzio-assenso. Resta tuttavia in vigore la possibilità di sospendere i termini in caso di richiesta di accertamenti tecnici o elementi integrativi.