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Ddl vaccini, ipotesi emendamento con obbligo solo per il morbillo

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Un emendamento presentato in commissione Sanità potrebbe togliere l'obbligo alla vaccinazione per l'accesso a scuola e lasciare solo la sanzione.

L’obbligo di vaccinazione per l’accesso a scuola potrebbe presto decadere. In Parlamento è stato presentato infatti un emendamento Lega-M5S al ddl vaccini che di fatto andrebbe ad abrogare il caposaldo della legge Lorenzin perché, se approvato, stabilirebbe che “la presentazione della documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni non costituirà più requisito di accesso al servizio, alla scuola” o al centro di formazione professionale.

A scuola anche senza vaccinazioni

Inoltre, nell’emendamento viene precisato che “la mancata presentazione non potrà determinare la decadenza dall’iscrizione o dalla partecipazione agli esami”. Il presidente della commissione Sanità, Pierpaolo Sileri, a margine di un convegno promosso Associazione italiana di oncologia medica, ha sulla questione chiarito: “Ci sono in realtà due emendamenti uguali e stiamo lavorando nella normale dialettica parlamentare per migliorare l’emendamento, se deve essere migliorato”.

Sileri annuncia però che “potrebbe dunque essere necessario, come stiamo valutando, lasciare l’obbligo per il morbillo, che pone i maggiori problemi in questo momento, considerando che il vaccino è trivalente”. Sul tema promette di intevenire il medico Roberto Burioni, anticipando su Facebook: “Informo che il vaccino contro il solo morbillo non esiste, non esisterà mai e se un dì esistesse se lo inietterebbero solo i pazzi‬ per motivi che presto vi spiegherò”.

Lorenzin: “salute prevale su educazione”

Antonio Affinita, direttore generale del Moige (Movimento Italiano Genitori) apprezza invece l’introduzione dell’emendamento 7bis al ddl sulle vaccinazioni perché “mette fine al ricatto scolastico sancito dal decreto Lorenzin creando nei fatti un trattamento sanitario obbligatorio“. “L’atto sanitario deve essere sempre libero e responsabile e la scuola non deve essere vincolata al ricatto sanitario” chiarisce.

Di parere opposto invece l’ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Replicando al ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, il quale ha sottolineato che l’obiettivo del governo “è permettere a tutti i bambini di andare a scuola”, Lorenzin ha difatti sostenuto che “il diritto costituzionalmente garantito alla salute prevale su quello all’educazione”.