Luigi Di Maio ammette che con l’inasprirsi del conflitto in Libia ci potrebbero essere migliaia di migranti pronti a salpare verso le coste italiane. Il vicepremier precisa quindi che la chiusura dei porti “è una misura occasionale” e sprona l’alleato Matteo Salvini a trovare un accordo sulle “quote” con i Paesi di Visegrad.
“Porti chiusi non per sempre”
La crisi in Libia rischia di ripercuotersi anche sull’Italia. In un dossier dell’intelligence si avverte infatti che almeno seimila profughi sarebbero pronti a partire verso le nostre coste, come rivela ilcorriere.it. “La possibilità che possano riprendere gli sbarchi verso le nostre coste c’è, non è un mistero” conferma anche Luigi Di Maio, al quotidiano milanese.
“Ci vuole responsabilità, non è uno scherzo quello che sta succedendo. – esorta quindi il vicepremier – La Libia non può essere trattata come un tema da campagna elettorale, la Libia è un interesse strategico del nostro Paese”.
Il leader del M5S chiarisce quindi che “chiudere un porto è una misura occasionale”. “Risultata efficace in alcuni casi quando abbiamo dovuto scuotere l’UE, ma è pur sempre occasionale. – spiega – Funziona ora, ma di fronte a un intensificarsi della crisi non basterebbe, quindi bisogna prepararsi in modo più strutturato, a livello europeo, nel rispetto del diritto internazionale. Occorre pianificare e prevenire, perché la sola reazione ha i suoi limiti”.
“Fare i sovranisti con le frontiere italiane”
Luigi Di Maio esorta quindi Matteo Salvini a convincere il premier ungherese Viktor Orbán e agli altri paesi del gruppo di Visegrad “ad accettare le quote di migranti che arrivano in Italia, visto che il sud Italia è frontiera europea”. Il pentastellato fa notare infatti all’alleato di governo: “Non ci si può lamentare dei migranti se poi si stringono accordi con le stesse forze politiche che ci voltano le spalle”.