> > Scontro Lega-M5S sul Salva Roma, Salvini: "No al Salva Raggi"

Scontro Lega-M5S sul Salva Roma, Salvini: "No al Salva Raggi"

Scontro sul Salva Roma

La norma è una delle più discusse del decreto crescita, al centro del Cdm convocato dal premier Conte.

È durata solo poche ore la tregua pasquale tra Lega e M5S. Terminate le festività, torna a salire la tensione tra i due alleati di governo. Il premier Giuseppe Conte ha convocato un Consiglio dei ministri con l’obiettivo di far approvare (“con intese”, questa volta) il decreto crescita. Ma a far scontrare Matteo Salvini e Luigi Di Maio concorre anche la cosiddetta norma Salva Roma, una delle più dibattute del decreto. Da un lato, il Carroccio, riporta Tgcom24, si dice disposto a inserire il Salva Roma nel dl solo a patto che ci sia “un accordo su tutti i Comuni”. Diversa è l’opinione del Movimento che, pur non escludendo a priori tale ipotesi, sottolinea – attraverso le parole del viceministro Laura Castelli – che “i Comuni vanno salvati tutti, ma i problemi sono diversi e a ciascuno serve la sua cura”.

Lega contro il “Salva Raggi”

Ciò a cui la Lega si oppone fermamente, si apprende dall’Ansa, è l’eventualità di una “norma salva Raggi. Non esistono Comuni di serie A e serie B. O si aiutano tutti i Comuni e i sindaci in difficoltà, o nessuno. La Lega non vota norme che creano disparità. Bene il decreto crescita con le misure per i risparmiatori truffati, per abbassare le tasse alle imprese, riduzione della burocrazia per gli enti territoriali”.

La risposta del M5S

“Siamo di nuovo costretti a puntualizzare, perché la Lega con Matteo Salvini è inciampata in una grandissima gaffe senza saperlo”, è la replica di fonti pentastellate all’Ansa. “Il provvedimento di cui parlano, che loro chiamano Salva Roma, poi Salva Raggi quando capiscono che il primo epiteto non paga in termini elettorali, è totalmente a costo zero. Non andiamo oltre, ci fermiamo qui. Sarebbe paradossale spiegare qualcosa che capirebbe anche un bambino”. La norma, continuano, “permetterà ai romani di non pagare più gli interessi su un debito vecchio di 20 anni che creò proprio il centro-destra con Berlusconi al governo. Piuttosto la Lega pensi a Siri e alle indagini sui fondi che riguardano anche il loro tesoriere, invece di fare di tutto per nasconderlo”. Respinta, però, l’ipotesi di una “guerra sui Comuni con gli alleati di governo”, ha puntualizzato Castelli. “Non c’è la necessità di una resa dei conti, mi dispiace che qualcuno della stampa voglia raccontarla così”.