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Caso Siri, Conte: "Lo incontrerò al rientro in Italia"

Giuseppe Conte

Il premier Conte ha affermato che incontrerà Siri appena possibile. Sulle parole di Salvini: "Ha ragione, non sono un giudice".

“Confido di poter vedere Siri domani: non ho ancora fissato l’incontro ma sicuramente domani sarà il primo giorno utile per poterlo vedere”. Così il premier Conte ha risposto ai giornalisti a margine della sua visita alla Città proibita di Pechino. La stampa ha infatti chiesto a Conte se al suo ritorno in Italia dalla Cina incontrerà il sottosegretario per valutare la sua posizione dopo l’indagine. “Datemi il tempo di riorganizzare l’agenda per la fase di rientro” ha detto il premier, che ha proseguito: “In Italia riprenderemo il lavoro quotidiano e strategico perché siamo nella “fase due” del governo, con lo sblocca cantieri, il decreto crescita, le strategie per potenziare la ricerca e rinforzare il sistema dell’istruzione. Abbiamo un’agenda fittissima di lavoro”.

“Non ragiono da giudice”

I giornalisti sono poi finiti sull’intervista in cui il ministro Salvini ha affermato che il premier non è un giudice e che non sono emersi “atti concreti” a carico di Siri. “Sono d’accordo con Salvini e l’ho dichiarato anche io: non sono un giudice. Non è con l’approccio del giudice che affronterò il problema” ha replicato il premier, che ha concluso: “Non ho letto l’intervista, ma i tempi della giustizia sono altri. Io ho fatto l’avvocato e non ho mai fatto il giudice neppure prima: non lo sono”.

Il caso Siri

Armando Siri, sottosegretario per le infrastrutture e senatore della Lega, è indagato dalla procura di Roma per corruzione. Avrebbe infatti caldeggiato degli emendamenti in cambio di una mazzetta da 30 mila euro e avrebbe inoltre intrattenuto rapporti con un faccendiere impegnato nel settore dell’energia, Paolo Arata, su cui indaga la Procura di Palermo. “Il mio nome non può essere accostato al mondo della mafia – ha tuonato Salvini -. Chi parla di Lega deve sciacquarsi la bocca perché con la mafia non abbiamo nulla a che vedere. Su Siri aspetto la magistratura. Né io né il premier siamo giudici”.