La decisione comunicata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte di chiedere il “ritiro delle deleghe del sottosegretario Armando Siri” nel prossimo Consiglio dei ministri, anziché chiudere personalmente il caso, potrebbe essere stata la goccia che farà traboccare il vaso che è il governo Lega – Movimento 5 Stelle. Il sottosegretario leghista delegato alle Infrastrutture infatti è indagato per corruzione e ha formalmente proposto di dimettersi tra 15 giorni qualora non venisse convocato dai magistrati. Piccata la risposta di Conte: “Le dimissioni si danno o non si danno”.
La risposta di Salvini a Conte
Il vicepremier Matteo Salvini d’altro canto, che in questi giorni ha difeso Siri resistendo agli attacchi dei 5 stelle, prima delle parole di Conte aveva pronunciato queste parole: “Oggi ho dedicato la giornata ad altro qualunque decisione mi va bene se me la spiega e la spiega agli italiani. Se chiedessero a voi dimettervi perché due tizi all’autogrill parlano di voi, giustamente direste ‘No, fatemi spiegare a un giudice e poi ne riparliamo’”, ribadendo con forza che in Italia si è innocenti fino a prova contraria e che Siri ha diritto ad essere ascoltato. “Nella Lega abbiamo dimostrato negli anni passati che abbiamo fatto bene in fretta e presto senza aspettare nessuno. Almeno lo si lasci parlare coi magistrati”, ha poi sottolineato il ministro dell’Interno “bacchettando” Conte e gli alleati di governo.
In ultima analisi, si tratta dunque di capire se la Lega accetterà più o meno di “buon grado” la scelta del premier Conte, non opponendo resistenza e quindi salvando il governo che, ora come ora, appare come appeso a un filo.