> > Caso Siri, Di Maio: "Crisi di governo? Non dà una bella immagine"

Caso Siri, Di Maio: "Crisi di governo? Non dà una bella immagine"

Di Maio sul caso Siri

Il vicepremier ha definito "una scelta un po' furba" la volontà di Siri di rimandare le dimissioni a 15 giorni dal colloquio con i magistrati.

È un terremoto politico quello provocato alle parole di Giuseppe Conte durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi in cui ha comunicato la propria decisione di chiedere le dimissioni di Armando Siri al prossimo Cdm. Una scelta che, secondo molti osservatori, potrebbe essere il casus belli che farà scoppiare una vera e propria crisi di governo, a ridosso delle elezioni europee. Lo stesso premier sembra condividere questo timore, come si evince dal suo appello a Lega e M5S, da un lato, a non avere una “reazione corporativa” e, dall’altro, a non cantare una vittoria politica. Lo spettro della crisi è stato presto allontanato da Luigi Di Maio, ospite a Otto e mezzo su La7. “Conosco la Lega e conosco Salvini come persona intelligente e di buon senso“, ha dichiarato. “Aprire una crisi di governo non credo dia una bella immagine“.

Di Maio: “Una strada furba”

Il vicepremier grillino ha poi invitato Salvini e gli altri rappresentanti del Carroccio a un rinnovato impegno “una volta superato il caso Siri. Vediamoci, parliamoci e lavoriamo il più possibile per gli italiani”. Non è mancata, però, una critica al senatore leghista: “Siri voleva dimettersi quindici giorni dopo essere stato ascoltato dai magistrati. Non sappiamo quando sarebbe stato ascoltato, magari avrebbe scavalcato le europee. Una strada un po’ furba che non potevamo permettere”.

Il Consiglio dei ministri durante il quale dovrebbe essere discussa la revoca da sottosegretario “si dovrebbe tenere tra l’8 e il 9 maggio. Spero non si arrivi a un voto. Se così fosse, il M5S voterebbe a favore, ha la maggioranza assoluta“. Di Maio ha poi sottolineato che “non esulto sul caso Siri, non c’è alcuna vittoria o sconfitta. Sono contento che il governo possa andare avanti e la questione possa chiudersi. Abbiamo sempre dato massima attenzione alla difesa delle istituzioni della Repubblica. In casi di corruzione si tirano in ballo i soldi degli italiani”.