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Tangenti in Lombardia, Attilio Fontana indagato per abuso d'ufficio

Tangenti, Fontana indagato

Il presidente della Regione era stato inizialmente citato come "parte offesa" in un episodio di "istigazione alla corruzione" non denunciato.

C’è anche il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana tra gli indagati nell’ambito dell’inchiesta sul giro di tangenti tra politici e imprenditori svelato dalla Dda e conclusasi con numerosi arresti tra Lombardia e Piemonte. Se a inizio giornata il governatore figurava solo come “parte offesa” di un episodio di “istigazione alla corruzione” non denunciato, riporta il Corriere della Sera, poche ore dopo risulta sospettato di abuso d’ufficio.

Fontana, l’accusa di abuso d’ufficio

L’abuso d’ufficio di cui il presidente è accusato riguarda il ricollocamento professionale di Luca Marsico, socio di lungo corso di Fontana nel suo studio legale, nonché consigliere regionale di Forza Italia a cui era stata negata la conferma al Pirellone dopo le ultime elezioni. Un’opportunità gli sarebbe stata offerta da Gioacchino Caianiello, esponente forsista di Varese condannato a tre anni per concussione nel 2017. Caianiello avrebbe proposto a Fontana un baratto corruttivo che gravita intorno ad Afol Metropolitana. Giuseppe Zingale, direttore dell’azienda, sarebbe stato nominato alla direzione della Formazione della Regione. In cambio, a Marsico, definito da Caianiello “il nostro amico di studio”, Afol avrebbe affidato consulenze per un totale di 80-90.000 euro l’anno.

Le intercettazioni

Risale al marzo 2018 un’intercettazione, citata dal Corriere, in cui si sente Fontana dire a Caianiello: “Hai visto che i tuoi consigli li ho seguiti quasi tutti”. Ma allo stesso tempo prospetta un cambio di rotta: “Anch’io comunque ho voluto percorrere un’altra strada, in modo che abbiamo delle alternative. Poi insieme ci troviamo e decidiamo quale sia la migliore, o magari tutte e due, vediamo”. Secondo quanto rivelano i documenti di cui la Guardia di finanza è entrata in possesso, sembra che il presidente della Regione abbia effettivamente attuato una delle “alternative” citate. Nell’ottobre 2018 sarebbe comparso davanti alla giunta regionale e avrebbe proposto la nomina di Marsico come membro esterno di un Nucleo di valutazione degli investimenti pubblici per un totale di 11.500 euro l’anno.