> > Anna Rossomando (Pd) "Il governo si è alleato con l'Europa dell'austerity"

Anna Rossomando (Pd) "Il governo si è alleato con l'Europa dell'austerity"

Anna Rossomando

"Forse sarà la prima volta che i cittadini avranno la consapevolezza di votare veramente su una questione europea".

Sono al terzo piano di Palazzo Madama, Uffici di presidenza. Più precisamente mi trovo nella camera della Senatrice del Partito Democratico Anna Rossomando, Vicepresidente del Senato della Repubblica. Davanti a me c’è lei, vestita rigorosamente di rosso. Dietro di lei due bandiere, la bandiera dell’Italia e quella dell’Europa. Vorrei ovviamente chiederle moltissime cose. Così comincio da una delle notizie della settimana.

L’intervista ad Anna Rossomando

Alla Camera è partito il voto per l’approvazione del disegno di legge costituzionale per la riduzione del numero dei parlamentari. Può garantire una migliore organizzazione dei lavori ?

No. Credo proprio che sia l’impostazione ad essere sbagliata. La velocità e l’approfondimento dei provvedimenti, nonchè la centralità del parlamento nel senso di evitare il susseguirsi di voti di fiducia sui decreti legge, non sono dovuti al numero dei parlamentari. Si tratta invece di una questione più ampia, e molto più di sostanza. D’altronde, qual è il numero dei parlamentari perfetto? Qual è il numero che può garantire il miglior funzionamento possibile? Uno per Regione? Il funzionamento della democrazia ha invece a che vedere con la restituzione della centralità al Parlamento, e alle modalità di collegamento della sua attività con i cittadini. Penso a come si gestiscono le iniziative di legge popolare.

Penso anche al Débat public per coinvolgere dal basso i cittadini sulle grandi questioni, quali quelle di impatto ambientale e ad una maggiore interlocuzione con i cittadini in generale. Un tema, questo si, di grande attualità, sul quale si possono e si debbono ricercare soluzioni, anche in qualche modo innovative per dare più forza alla rappresentanza. Attualmente il Parlamento è svuotato di ruolo. Esso approva, quasi per acclamazione della maggioranza, provvedimenti su cui gli accordi si trovano altrove. Il governo, pertanto, dovrebbe preoccuparsi di fare lavorare il Parlamento, prima di fare i conti dei parlamentari.

Sul salario minimo europeo

A proposito di lavori del Parlamento, PD e Cinque Stelle sembrerebbero condividere la volontà di introdurre una legge sul salario minimo orario, molto voluta dallo stesso Segretario Zingaretti. Penso che anche lei sia d’accordo. Vuole dirci qualcosa in più?

La proposta del Pd sul salario minimo non nasce da oggi, e mette al centro la questione della dignità del lavoro, che passa attraverso la giusta retribuzione. Però in questa giusta retribuzione non c’è solo la voce del salario inteso come retribuzione mensile. Esattamente questa è la preoccupazione al centro della proposta del Partito democratico, già depositata, e che speriamo possa essere discussa anche con la maggioranza. Quando noi parliamo di giusto salario parliamo di un insieme di diritti: alla salute, a giusti orari, a non essere sfruttati.

Ci auguriamo che le proposte del Pd possano essere prese in considerazione e approvate nell’interesse del Paese. Non si tratta di piantare una bandierina, ma di rimettere al centro il lavoro e i diritti dei lavoratori. Non c’è progresso e modernità senza lavoro, contrariamente a quello che vorrebbe farci credere qualcuno. Rivendichiamo anche il lavoro svolto come Pd nell’interlocuzione con i sindacati, importante in questo caso per il rapporto della legge con i contratti nazionali.

Quindi il Pd ha dialogato con i sindacati nella redazione della proposta di legge…

Per fortuna il Pd ha ricominciato a parlare con i sindacati.

Reddito di cittadinanza e diritti delle donne

Una domanda nella domanda: “Quale felpa o giubbotto il Ministro degli Interni ed il Ministro della Giustizia consigliano di indossare alle donne vittima di violenza sessuale? E chi andrà a trovare queste donne, nella solitudine, nel silenzio, nell’invisibilità?”. Chi l’ha detto?

Diciamo che mi sento citata. E’ una mia battuta di quando, ahimè, è stato bocciato un mio emendamento che inseriva nel reddito di cittadinanza una maggiore tutela per le donne vittime di violenza all’interno del nucleo famigliare.

Intervista ad Anna Rossomando

Di cosa si trattava in particolare?

Avrebbe reso possibile quel sostegno economico alla donna, escludendo dal reddito di cittadinanza l’autore della violenza per consentire alla donna di uscire dalla prigione della violenza domestica. C’è bisogno di tutela vera, con azioni integrate sul territorio. Se il Ministro dell’Interno si occupasse di questo e strizzasse meno l’occhio a visioni della famiglia che non hanno certamente al centro la dignità delle donne, già questo aiuterebbe. Temo che chi è vittima di sopraffazione venga lasciato sempre più solo. Evidentemente nella road map della campagna elettorale i luoghi della solitudine di chi subisce la violenza non ci sono.

Elezioni Europee 2019

Intanto, appunto, dal 23 al 26 maggio -in Italia il 26- si terranno le elezioni per il rinnovamento del parlamento europeo…

Forse sarà la prima volta che i cittadini avranno la consapevolezza di votare veramente su una questione europea. Perchè siamo al nodo di quale Europa vogliamo e di come stiamo in Europa, il che è davvero dirimente per il destino dei singoli. In passato questa elezione è stato solo un test per le dinamiche politiche dei singoli paesi.

Questa volta non lo sarà?

E’ chiaro che in Italia sarà anche questo. Il fatto, però, è che questo governo a parole contesta l’Europa, ma nei fatti si allea con i protagonisti dell’affossamento dell’Europa e del nazionalismo egoistico che hanno dichiarato esplicitamente di non voler fare nulla per spezzare le cieche politiche di austerità che hanno fatto pagare ai ceti più deboli il prezzo della crisi economica.

Noi siamo contro una visione autoritaria e in fin dei conti sorda alle importanti esigenze di giustizia sociale. Quelle sì tra i motivi di scontento dell’Europa così com’è. Ci vuole un’Europa diversa. Più democratica. Con una politica fiscale, economica e industriale europea.